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TARANTO. Scavi dell’Enel davanti alla scuola. A quando risalgono tombe e corredi.

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Durante i lavori di posa delle condotte elettriche di E-Distribuzione nel quartiere Montegranaro a Taranto, condotti con sorveglianza archeologica, sono emerse tracce del periodo greco in Via D’Alò Alfieri e in Via Dante, nel cortile dell’Istituto Professionale Cabrini. La Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo ha comunicato poco fa questa scoperta.
tarantoGrazie alla collaborazione con E-Distribuzione S.p.A., sono stati avviati gli interventi di scavo archeologico d’emergenza, richiesti dalla Soprintendenza Nazionale per il patrimonio subacqueo, in entrambe le aree individuate. Gli scavi sono stati condotti dagli archeologi di ETHRA Archeologia e Turismo sotto la direzione scientifica della Dott.ssa Annalisa Biffino della Soprintendenza, con la partecipazione dell’Impresa SOIGEA Srl.
Il sito di scavo in Via D’Alò Alfieri ha rivelato una fossa di scarico quadrangolare contenente ceramica a vernice nera, ceramica sovraddipinta, materiale votivo, distanziatori legati alla produzione di ceramica in fornaci, ceramica da fuoco e acroma, oltre a un’antefissa con figura di Gorgone. I frammenti ceramici sembrano appartenere al periodo compreso tra la fine del VI e il III sec. a.C.
In Via Dante, all’interno dell’I.P. Cabrini, gli scavi hanno evidenziato tre tombe a fossa scavate nel banco roccioso. La Tomba 1 era priva di copertura e vuota, mentre la Tomba 2, con copertura a doppia lastra lapidea, conteneva lo scheletro di un individuo in posizione supina con corredo datato al IV sec. a.C. La Tomba 3, più piccola, aveva una copertura ad unica lastra in carparo e conteneva un individuo giovanile senza corredo. Gli studenti del Cabrini sono stati invitati a visitare gli scavi, seguendo le norme di sicurezza, con spiegazioni fornite dagli archeologi.
tarantoAl momento, non è stata presa una decisione sulla continuazione dei lavori nell’area delle tombe, ma saranno adottati adeguati accorgimenti tecnici per preservarle. Gli interventi di scavo e le successive attività di studio e analisi rappresentano un esempio di corretta collaborazione tra la Soprintendenza, l’ente gestore del servizio pubblico e l’esecutore dei lavori pubblici, garantendo la salvaguardia di importanti testimonianze archeologiche.

Fonte: www.stilearte.it, 19 gen 2024

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