Per il quarto anno consecutivo, un team congiunto di archeologi greci e svizzeri ha condotto una campagna di scavi nel tempio di Artemide Amarysia, ad Amarynthos in Eubea, isola a nord di Atene (Grecia), che ha portato al rinvenimento di un importante santuario del VII secolo a.C.
L’edificio presenta un’insolita pianta absidata, ma a colpire l’attenzione degli archeologi sono stati soprattutto le grandi dimensioni (la lunghezza complessiva, secondo l’antico sistema metrico ellenico, era di 100 piedi, circa 34 metri) e l’insolita presenza, all’interno del tempio, di focolari e altari ove abbondanti strati di cenere contenevano resti di ossa animali calcinate.
Analogamente alle campagne precedenti, anche la stagione 2023 ha visto il rinvenimento di un elevato numero di preziosi manufatti offerti alla dea patrona del santuario, come vasi, armi e gioielli.
Tra tutti, spicca una piccola testa umana in avorio finemente lavorato, di probabile produzione levantina, rappresentante una figura maschile con tratti negroidi e acconciatura a casco, che trova dei confronti in alcuni oggetti eburnei rinvenuti nei palazzi reali assiri, in particolare a Nimrud, in contesti archeologici non successivi all’VIII-VII secolo a.C. La preziosa scultura, irriconoscibile al momento della scoperta, è stata sottoposta a un attento restauro che ne ha evidenziato l’elevata qualità di realizzazione.
Il santuario di Amarynthos era collegato all’antica città di Eretria dalla Via Sacra e sorgeva in un particolare contesto naturale e antropico, che includeva un possibile edificio templare più antico di quello oggetto di scavo, il quale subì dei restauri e l’abbandono finale nel VI secolo a.C.
Per gli anni futuri, gli archeologi dell’Istituto Archeologico Svizzero di Atene prevedono di portare a termine le attività di scavo di questo importante tempio, avviando, allo stesso tempo, lo studio finale dei materiali portati alla luce.
Autore: Francesco M. Benedettucci
Fonte: www.ilgiornaledellarte.com, 18 gen 2024