Scavi effettuati ad Acquarossa presso Viterbo dall’Istituto svedese di Roma in collaborazione con la Soprintendenza archeologica per l’Etruria meridionale negli anni 1966 – 1978 hanno portato alla luce i resti di un piccolo centro abitato dalla seconda metà del VII fino a tutto il VI secolo a.C. con strutture abitative composte da uno a tre vani.
Nella parte nord – occidentale del pianoro, nella cd Area F, è stato indagato un edificio monumentale risalente alla seconda metà del VI secolo a.C. costituito da tre corpi di fabbrica, con vani in numero diverso e diversamente distribuiti, aperti su un cortile centrale colonnato in legno con basi e capitelli in peperino. Il corpo settentrionale è formato da tre vani dei quali il mediano è più ampio dei laterali. Il settore orientale ha struttura simile e la stanza laterale posta a sud è munita di un bancone forse per il simposio. La struttura del corpo sud è di difficile lettura
Negli strati di crollo dell’edificio sono stati rinvenuti numerosi frammenti della decorazione architettonica ed in particolare un tipo di antefissa a testa femminile e quattro diversi tipi di lastre in terracotta a rilievo decorate a stampo. I due elementi ornamentali erano in opera contemporaneamente. Le lastre (altezza cm 21; lunghezza cm 60) e le antefisse (altezza cm 14, larghezza cm 14) dovevano essere collocate lungo il margine del tetto e sui coppi ed erano dipinte con vivaci policromie (rosso, bianco, nero e giallo).
La lastra di tipo A rappresenta la cattura del toro cretese da parte di Herakles. L’eroe tiene l’animale per una zampa e per le corna. Il gruppo è preceduto da una biga, guidata da un auriga e trainata da cavalli alati, dietro alla quale vi è forse Minerva (o comunque una figura femminile), protettrice di Ercole. Un personaggio maschile con in mano un bastone biforcuto fronteggia i cavalli: potrebbe essere Mercurio o forse il re Euristeo che, secondo la volontà degli dei, assegnava le imprese all’eroe. Il corteo è chiuso da due guerrieri armati.
Anche la lastra di tipo B ha come protagonista Ercole rappresentato, al centro della scena, in lotta con il leone di Nemea. Davanti al gruppo vi sono due cavalli, un cavaliere ed un guerriero a piedi. A destra un carro con auriga trainato da due cavalli (non alati) ed un guerriero in atto di salire sul carro.
La lastra di tipo C riproduce una scena di banchetto con sei commensali (tutti maschi) sdraiati su due klinai. Completano il gruppo un suonatore di flauto (a sinistra), un suonatore di lira (al centro tra i due letti) ed un servitore che versa il vino (a destra). Sotto le tavole di servizio vi sono due cani.
La lastra di tipo D dovrebbe raffigurare una scena di danze e canti (komos?) alla presenza di suonatori di flauto e di lira. Al centro della scena un uomo in atto di fare una capriola circondato da altri personaggi che trasportano otri di vino o con vasi per bere.
Le lastre C e D (stile, particolari) furono probabilmente realizzate dallo stesso artista e le relative matrici sono attestate anche a Tuscania e Castel d’Asso.
L’edificio arcaico è stato inizialmente interpretato come santuario in quanto si riteneva che le lastre di rivestimento connotassero gli edifici religiosi; oggi viene prevalentemente ritenuto un “palazzo”, una sorta di regia di una potente famiglia aristocratica del luogo. Quest’ultima tesi non esclude ovviamente che la struttura avesse anche funzioni di culto connesso con il principe.
Le scene riprodotte sulle lastre, similmente a quelle rinvenute nella regia di Murlo, alludono al fasto della corte (banchetto e danze) ed elevano il principe in una sfera eroica identificandolo con Ercole (rappresentazione delle fatiche di Herakles).
Sull’Area F e sulle lastre di rivestimento di Acquarossa cfr. tra gli altri:
– Carl Eric Ostenberg, Case etrusche di Acquarossa, Multigrafica Editrice, 1975, pag 18 e ss;
– Case e palazzi d’Etruria, Electa, 1985, pagg. 54 e ss;
– Museo Archeologico Nazionale di Viterbo, Electa, 1997, pagg. 17 e ss.;
– Introduzione all’Etruscologia a cura di Gilda Bartoloni, Hoepli, 2012, pagg. 274 – 275.
Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com