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Michele Zazzi. La tomba etrusca di Poggio al Moro (o Deposito De’ Dei) a Chiusi (SI).

chiusi

Scoperta nel 1826 in località Val d’Acqua presso Chiusi ad Ovest dell’abitato è una delle circa venti tombe etrusche dipinte rinvenute a Chiusi. Prese il nome dalla famiglia nel cui terreno si trovava (De’ Dei) ma è anche nota come Tomba di Poggio al Moro dalla collina in cui fu rinvenuta.
Era costituita da tre camere disposte a croce ed al momento della scoperta risultava violata. La stanza principale, posta di fronte all’ingresso, era priva di banchine che invece erano state realizzate nelle altre due camere. Negli ambienti dell’ipogeo furono rinvenuti frammenti di vasi e delle urne (anche se secondo una ricostruzione le urne provenivano da un’altra tomba scoperta nelle vicinanze e vi furono fatte trasportare da Giuseppe Dei).
chiusiLe pitture (oggi scomparse) dovevano essere ancora leggibili come attestano gli acquarelli che ci sono pervenuti (da parte di Domenico Monti nel 1826 e dal francese Henri Labrouste, probabilmente nel 1829). Le pitture, come nelle altre tombe chiusine, erano applicate direttamente sul tufo ed occupavano una stretta fascia nella parte più alta delle stanze.
Sui timpani sopra le porte delle celle laterali vi erano scene di banchetto/simposio con partecipanti maschili; in ciascuna scena c’erano tre figure sdraiate sopra cuscini e munite di oggetti svariati (una cetra, un fiore, un ramo, una tazza). Di uno dei gruppi sui timpani fa parte anche un cane. Nell’altra scena di banchetto si vedeva uno schiavo intento a miscelare il vino.
chiusiIl fregio intorno alla camera principale era adornato con delle scene di giochi funebri. Nella camera interna vi era dipinta solo una maschera, forse una gorgone con la lingua di fuori.
George Dennis, che vide la tomba, scrisse che le pitture erano come quelle della tomba del Colle Casucccini e che potevano essere state realizzate dalla stessa mano.
La sequenza delle pitture dall’ingresso era la seguente: due atleti cinti da una fascia dei quali uno cade non riuscendo a trovare l’equilibrio su di un vaso (anfora? otre?), personaggio maschile con triplice peso nella destra, saltatore con halteres (manubri), agnoteta (giudice) con verga sollevata, discobolo, agnoteta appoggiato al bastone, lottatori, pirrichista, tibicine, A destra dell’ingresso era rappresentata una corsa di tre bighe con carro incidentato (quello al centro) e auriga sbalzato (come nella tomba delle Olimpiadi di Tarquinia). Al di là della porta della parete destra vi erano, una crotalista che danza al suono di un tibicine, due pugili, un agnoteta, quattro corridori, un altro agnoteta, dei giocolieri e dei funamboli. Un atleta, vicino ad un attrezzo (trampolino?) e con il ginocchio appoggiato sul terreno, sembra voler afferrare un ragazzo in aria.
chiusiLe due scene di giochi acrobatici, anche per la loro unicità, hanno dato luogo a varie interpretazioni. Nell’azione della figura maschile in equilibrio sul vaso alcuni hanno visto un gioco dionisiaco (praticato da Greci e Romani) che consisteva nello stare in equilibrio su una gamba sopra un otre rigonfio (ascoliasmo). Per altri si tratterebbe di una gara di salto in lungo con la rappresentazione di un saltatore che fallisce la prestazione cadendo; i due atleti impugnano dei manubri e l’otre, forse pieno di vino, costituiva il premio per il vincitore. Relativamente alla diversa scena che raffigura il giovane in aria, secondo alcuni rappresenterebbe un atleta che, dopo aver lanciato in aria un ragazzo tramite una tavola elastica, cerca di afferrarlo (come se giocasse a palla con il giovane!). Ad avviso di altri il ragazzo tramite una pertica si lancerebbe in alto compiendo un salto mortale.
chiusiLa tomba chiusina è databile al V secolo a.C.

Sulla tomba di Poggio al Moro, cfr. tra l’altro:
La Tomba del Colle nella passeggiata archeologica a Chiusi, Edizioni Quasar, 2015, pagg. 54 – 55;
– George Dennis, Città e Necropoli d’Etruria, Nuova Immagine, 2015, Edizione italiana c cura di Elisa Chiatti e Silvia Nerucci, Volume secondo, pagg. 334 e 348 – 349;
– Jean-René Giannot, La tombe clusienne de Poggio al Moro ou le programme des jeux clusiens (articolo), ktèma, année 1986, 11, pagg. 189 -197;
– Enrico Barni, La tomba dipinta di Poggio al Moro a Chiusi, 2013.

Di seguito copia degli acquarelli della tomba di Poggio al Moro realizzati dal pittore Domenico Monti e pubblicati da Giuseppe Micali nella Storia degli antichi popoli italiani del 1832.

Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com

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