L’antica Casinum fu colonia oppure praefectura o, ancora, municipium? E’ un tema dibattuto da decenni ma senza che si sia mai usciti definitivamente da dubbi ed ipotesi. Ho cercato anch’io, nel mio piccolo, di districarmi in questo coacervo di supposizioni e a volte anche di affermazioni tout court. Rimangono però i miei dubbi e i miei interrogativi.
Casinum fu colonia già dal 312 a.C. o in epoca imperiale? Fu praefectura in epoca repubblicana o in epoca imperiale? Da quando divenne municipium? Possiamo dedurre, dalle vicende della Seconda Guerra Sannitica che Cascum (Casinum) fosse all’epoca un oppidum (centro abitato poco più grande di un vicus ma troppo piccolo per essere una civitas). E’ dal VI secolo a.C. che possiamo cominciare a parlare di età storica per Casinum.
Dagli Appennini umbro-sabini cominciò a scendere verso la valle del Liri il popolo di pastori e guerrieri dei Volsci. Sembra che il loro nome derivasse da Vol Osk (osci antichi). I Volsci propriamente detti si estesero per tutto il Lazio meridionale fondendosi con il popolo autoctono degli Aurunci, mentre gli affini Osci andarono ad occupare le terre della Campania settentrionale. Come la loro origine anche la loro lingua era indoeuropea. La parlavano anche i “cugini” Sanniti di cui parleremo più avanti.
Nel V secolo a.C. il villaggio di Cascum (“città vecchia”) secondo i Sabini o Casnar secondo gli Osci era già occupato dai Volsci che la tennero per oltre un secolo. A loro si deve la costruzione delle possenti e lunghe mura megalitiche che l’avvolgevano fin su al Monte Cassino, erette a sua difesa nelle lunghe guerre contro i Romani che si liberarono dei Volsci nel corso del IV sec. avanti Cristo. Nel frattempo cominciarono a far sentire la propria presenza anche i Sanniti, provenienti dai monti del Molise attraverso la Valle di Comino, che tennero impegnati i Romani in aspre guerre fin quando nel 316 a.C., a seguito di un accordo con Roma, riuscirono a tenere per sé il territorio a sud del fiume Liri. Casinum entrò nell’orbita sannita fin quando nel 312 a.C. ne vennero spogliati dall’avanzata nel Lazio meridionale dei Romani che fondarono una colonia latina ad Interamna Lirenas.
Cascum, dunque, cadde definitivamente nelle mani dei Romani che la chiamarono Casinum. Secondo Heikki Solin Casinum in quel tempo entrò nell’orbita del potere di Roma e fu una civitas sine suffragio governata da praefecti nominati da Roma tramite i praetores e lo restò fino aIla seconda metà del I secolo a.Cristo. Rimase un oppidum, racchiuso fra le mura del colle del Crocifisso, con una guarnigione militare al comando di un praefectus se teniamo conto anche del fatto che, come scrive Tito Livio, nel II sec. a.C. il suo territorio fu minacciato nel 280 a.C. dal passaggio dell’ esercito di Pirro e nel 211 a.C. da quello di Annibale. Da tener ben presente che i praefecti erano, all’epoca, ufficiali di alto grado dell’esercito romano delegati anche al potere politico e giurisdizonale delle città acquisite da Roma.
Non sappiamo se, nel 312 a.C., Casinum rientrò in territorio della colonia latina di Interamna Lirenas ma lo storico francese André Piganiol ipotizza che nei primi anni del III sec. a.C. Casinum divenne colonia latina.
Nella prima metà del I sec. a.C., Casinum visse le adsignationes e le centuriazioni di terreni ai veterani dell’esercito romano al tempo di Silla nell’ 89 e nell’82 a. C. e quelle di Giulio Cesare nel 58 a.Cristo. In epoca sillana, dal 90 a.C., con la Lex Plautia Papiria, ottenne la piena cittadinanza romana, assieme a tutte le colonie e le città federate a sud dei fiumi Rubicone e Arno, divenendo quindi municipium ma fu un processo lento e sembra che Casinum giunse a tale forma amministrativa in epoca cesariana, dopo il 58 a.C. (quattro anni dopo Cicerone la indicava come municipium). Aveva un proprio Senato cittadino, composto da 100 decurioni, che eleggeva due amministratori chiamati duumviri iure dicundo., uno con potere civile e l’altro con potere giurisdizionale. Potette continuare ad eleggere anche un proprio praefectus locale che, in momenti straordinari, sostituiva i duumviri. La carica di praefectus rimase in vigore anche con l’avvento del principato di Augusto ma secondo Xesùs Pérez Lòpez il ruolo di Praefectus non fu di più sostituto temporaneo ma di luogotenente per funzioni ben determinate e ben definite che ognuno avrebbe dovuto svolgere: praefectus annonae, praefectus vigilum, praefectus fabrum, etc.. Molto si discute di un praefectus cassinate di nome Caio Fuzio riportato in due epigrafi cassinati e che Heikki Solin data ad epoca tardo repubblicana (CIL X 5193 – CIL X 5194). Anche altri storici ed epigrafisti affermano che Caio Fuzio fosse stato praefectus di Casinum negli ultimi anni dell’età repubblicana.
Da più parti si suppone che fu in epoca imperiale, nel I o II sec. d.C., che Casinum divenne colonia romana. Anzi, così come tanti altri municipia italici, assunse il titolo onorifico di “colonia” e la cosa potrebbe essere forse avvenuta durante il potere della Gens Ummidia sulla Città.
La città, comunque, raggiunse l’apice della propria floridezza fra il I secolo avanti Cristo e il III secolo dopo Cristo, arrivando a contare più di 5.000 abitanti. Da resti epigrafici e tracce storiografiche conosciamo molti personaggi illustri dell’antica Casinum. E’ da notare che, come appare evidente dai loro nomi di famiglia (nomina Gentium), erano in gran parte di origine plebea e soprattutto gente locale di antica etnia sannita, osca e campana.
Conosciamone alcuni dei più noti: come abbiamo visto, famiglia importante fu la gens Futia che dette a Casinum anche un praefectus. Marco Obultronio Cultello, duumviro iure dicundo con Lucio Sonteio Floro, in epoca dell’imperatore Augusto. Suo figlio (o nipote) omonimo fu il praefectus fabrum (direttore dei lavori pubblici) che, in epoca dell’imperatore Claudio, fu il coordinatore dei lavori per la costruzione dell’acquedotto da Valleluce a Casinum. Caio Ummidio Durmio Quadrato (CIL X 5182), più volte console e governatore di Province imperiali con gli Imperatori Tiberio, Claudio e Nerone. Sua figlia Ummidia Quadratilla fu amata benefattrice dei cassinati per i quali fece restaurare il teatro e fece costruire l’anfiteatro (Fig.) e un tempio (CIL X 5183). Da non dimenticare Publio Spellio Spelliano Sabino e Caio Sattio Calatro, entrambi Questori (gestori delle finanze pubbliche e esattori delle tasse), che nel 58 a.C. curarono, per volontà del Senato cittadino, la costruzione della via del Foro dell’antica Casinum (CIL X 5204) della zona detta “Crocifisso”. Un altro questore di Casinum, in epoca medio repubblicana, fu Quinto Heleio. Duumviri quinquennali furono, per decreto del Senato, il senatore più anziano Lucio Galabio Vittore e il Praefectus Fabrum Marco Sagasio Camillo. Troviamo poi altri due duumviri quinquennali in Marco Orbio Pistorio, seviro Augustale Lucio Alfio Valentino, duumviro quinquennale e Patrono dei seviri Augustali e Marco Celio Nilaro Sacerdote delle Ninfe. Da ricordare anche il duumviro quinquennale Caio Alfio Rufo poi anche duumviro quinquennale a Hispellum, in Umbria, di epoca augustea e il duumviro Gneo Domizio Sabino. Quindi, ancora: Quinto Pedio, patronus (protettore dei casinates) nipote di Giulio Cesare e console suffeto nel 43 a.C.; Lucio Musonio Rufo, duumviro in epoca imperiale; Ennio Savonio Antigono, patronus di epoca medio imperiale e Numerio Savonio Neviano, praefectus imperiale; Caio Paccio Felice, patronus della colonia di Casinum in epoca tardo imperiale. Da ricordare anche Marco Senzio Crispino, curator delle opere di restauro e di ornamento delle Terme.
Famiglia importante del cassinate fu anche la Gens Ligaria, di rango equestre e di ordine sacerdotale, di cui conosciamo due membri: il facoltoso Precilio Ligario Magoniano (CIL X 5163), in territorio santeliano, e il Sacerdote del dio Iuppiter Sabadius (protettore del grano) Publio Ligario Massimo Silvano ad Aquinum. Marco Rubrio Proculo, curator annonae in epoca augustea (forse il 7 a. C.), cioè il supervisore al rifornimento di grano della città; Publio Rubrio Mecio Barba Tribuno della Plebe nel 20 a.C., con tutti gli onori della Tribunicia Potestas. Sappiamo poi di un Lucio Lucceio Hibero, della tribù Teretina, che fu duumviro quinquennale iure dicundo oltre che Patronus dei Sacerdoti del dio Sabadius nella vicina Interamna Lirenas, scelto pubblicamente, per i suoi meriti, quale Patrono illustrissimo del collegio dei Giudici di Casinum (CIL X 5197) dove fu anche Patronus Collegium Fabrum per volere del Senato e sembra che avesse adottato il decurione Lucio Lucceio Ummidio Secondo della tribù Palatina (CIL X 5198) che, in quanto adottato, divenne cittadino della tribù Teretina. Il tutto va messo forse in correlazione con l’origine della Gens Ummidia di Casinum.
Proseguendo, troviamo Acria Sueia, sacerdotessa di Cerere e Venere; Phoebe Pompeia, Sacerdotessa delle Dee; Lucio Rabonio Novellio che fu Sacerdote degli dei Silvani; Lucio Statilio Prisco duumviro. Particolare rilevanza hanno le figure dei duumviri di epoca augustea Marco Papio e Lucio Matrio a cui il Senato cittadino dette il compito di restaurare la statua della dea Concordia in memoria dell’accordo di Brindisi, del 40 a.C., fra i Triumviri Ottaviano, Antonio e Lepido. In calce all’epigrafe (CIL X 5159) c’è la data 12 ottobre che corrisponde sia al giorno sia del trattato di Brindisi sia a quello della posa del restauro. Famiglia facoltosa, di origine campana, di Cales, fu quella della Gens Fufia di cui abbiamo notizia da un’epigrafe rinvenuta in un casolare nei campi oggi detti “Chiusanova” a Sant’Elia. Abbiamo, nello stesso territorio, tracce di presenza della locale Gens Cuzia. Famiglia importante fra il Cassinate e la Valle di Comino doveva essere la Gens Pomponia, date le numerose epigrafi locali che la riportano. Sembra che ne facessero parte anche l’amico di Cicerone, il facoltoso banchiere romano Tito Pomponio Attico. Poi ricordiamo Publio Pomponio Probato, ricordato in un’epigrafe a Valleluce e il ricco e magnanimo cassinate Publio Pomponio Noeto. Riscontriamo la presenza di questa Gens in questi luoghi già dal Primo secolo avanti Cristo e ne troviamo traccia ancora nel Secondo secolo dopo Cristo. Di Publio Pomponio Noeto si ricorda un festoso evento del 184 d.C., all’epoca dell’imperatore Commodo. Infine, un “cassinate” speciale fu il grande Marco Terenzio Varrone, di Rieti, che a Casinum aveva una splendida villa fra le acque dello Scatebra (il fiume Gari) e dell’ “alter amnis” (il fiume Rapido) ma che era di Rieti e i suoi interessi politici e culturali erano a Roma. Fu comunque un grande cassinate adottivo che tanto lustro arrecò alla città. Qualcuno lo suppone anche Patronus o Praefectus di Casinum, la cosa appare molto dubbia. Assai meno lustro fu quello che ci dette Caio Quinto Valgo, un generale e politico campano, partigiano di Silla, che aveva una ricca villa con grandi terreni in agro santeliano (CIL X 5282) e di cui Cicerone era grande avversario per via della sua prepotenza nell’impadronirsi di terreni pubblici, fra il basso Lazio e la Campania, coadiuvato da corrotti tribuni della plebe.
Abbiamo visto che fra i nomi sopra riportati appaiono nomi e ordini di Sacerdoti e Sacerdotesse. Oltre agli Dei che conosciamo, per i romani antichi, anche gli Imperatori erano illustri personaggi divinizzati. Ad introdurre questa devozione fu proprio Augusto. A Casinum molte erano le dediche agli imperatori. Erano lapidi epigrafiche spesso poste alla base delle statue. Fra gli imperatori più ricorrenti nelle invocazioni dei casinates, fra il I e il III sec. d.C., abbiamo: Augusto, Claudio, Nerone, Nerva,Traiano, Marco Aurelio, Lucio Vero (fra l’altro molto legato agli Ummidi), Antonino Pio e Settimio Severo.
Abbiamo infine notizie di uno spaccato di vita sociale. Sappiamo infatti, da un’epigrafe che riporta Torquato Vizzaccaro, di un calendario di nundinae (mercati) che si sarebbero tenute in diverse città, fra cui Casinum, Aquinum, Interamna e Fabrateria: “AESTAS. EX XI K MAI. LUNAR VR. IOVIS. VENER……….”. L’avviso porta la data del 4 maggio e, tradotto dal latino in italiano, dice: “Il mercato urbano in estate si tiene il giovedì e il venerdì dal 31 maggio e al 27 agosto. In inverno negli stessi giorni dal 5 novembre al primo febbraio”.
Autore: Benedetto Di Mambro – benedettodimambro62@gmail.com