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Mario Zaniboni. Scudo di Battersea.

battersea

Durante i lavori eseguiti nel Tamigi nel 1857 nella zona del rione di Battersea non lontano da Londra, nelle vicinanze di Chelsea Bridge, è venuto alla luce uno scudo ritenuto il reperto più antico di quel tipo della Gran Bretagna e riconosciuto come prodotto dell’arte celtica. Sull’origine, c’è poco da dire, giacché fu trovato, insieme ad armi, oggetti vari e teschi umani, in un luogo che sicuramente non era un deposito e non c’è neppure la sicurezza che fosse lì fin da quando era finito in acqua; per quanto attiene all’età, come capita spesso in questi casi, le opinioni degli studiosi sono contrastanti. Infatti, mentre c’è chi ritiene che sia stato costruito fra il IV e il I secolo a.C., altri sono dell’avviso che lo sia stato più tardi, cioè nel I secolo d.C., vale a dire contestualmente all’invasione da parte dell’Impero Romano.
Lo scudo è costituito da una lastra di bronzo, la cui composizione chimica, determinata con l’analisi spettrofotometrica di assorbimento atomico, vede il rame all’85%, lo stagno al 10% e il restante 5% al piombo, mentre il peso, oggi, è di 3,4 chilogrammi. In origine sicuramente la parte posteriore era una spessa fodera in legno che, col trascorrere dei secoli e il contatto con l’acqua, è andata distrutta; e forse il legno era ricoperto di pelle, per rendere meno ruvido il contatto con il braccio del portatore.
Tutt’attorno corre una fascia, che tiene unite le parti costitutive dello scudo tenute unite da rivetti, parzialmente nascosti dalla loro unione, che le univano fermamene al supporto ligneo. Le dimensioni sono: 77,7 centimetri di lunghezza e 35,7 di larghezza. Volendo, si potrebbe affermare che la sua forma ricorda vagamente la sezione di un’arachide a due semi: arrotondamento alle estremità e sciancratura centrale, che riduce la larghezza alla dimensione minima di 34,1 centimetri.
L’ornamentazione della sua superficie fatta a sbalzo divide lo scudo in tre settori, con decorazioni a cerchi e spirali caratteristiche dell’arte dei Celti, riconosciuta come cultura di La Tène, dal nome del sito posto nelle vicinanze del lago Neuchatel in Svizzera, in cui sono stati reperiti molti oggetti celtici, appunto. Entro i cerchi, di cui due più piccoli, sono 26 borchie con i resti di smalto vitreo rosso; di queste, due più grandi sono al centro dei cerchi minori, mentre una molto grossa è al centro di quello maggiore corrispondente al centro dello scudo: questo è un umbone che serviva per collegare l’arma di difesa alla maniglia necessaria per impugnarla. Nelle borchie più piccole, a trattenere lo smalto, sono delle griffe che hanno l’aspetto di svastiche.
Si tratta di un oggetto bello e prezioso, tanto da ritenere che non sia mai stato utilizzato in combattimento, per evitare i danni derivanti da scontri armati, bensì che fosse di culto, votivo o cerimoniale; magari offerta rituale fatta al Tamigi, come si è riscontrato che sia stato fatto in altri fiumi della Britannia e dell’Irlanda.
Lo scudo di Batterse si può ammirare al British Museum di Londra.

Autore: Mario Zaniboni – zamar.22blu@libero.it

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