La piemontese Valle d’Ossola è ricca di testimonianze preistoriche ed in particolare di strutture di tipo megalitico, anche se di dimensioni contenute (opere murarie, menhir, piccoli allineamenti).
Negli ultimi decenni ha destato l’interesse degli archeologi la presenza di numerosi terrazzamenti realizzati con lo scopo di rendere coltivabili superfici ripide e bene esposte al sole (fenomeno ben diffuso nella cerchia alpina ma non dove i pendìi sono ripidi come nell’Ossolano).
Alcuni di essi – in particolare quelli in località Varchignola (comune di Boschetto-casa dei Conti VB) – mostrano due particolari caratteristiche: i muri di sostegno (in qualche caso alti anche più di 5 metri) sono stati realizzati con l’inserimento di massi di dimensione megalitica il cui peso è valutabile sulle 8 tonnellate, mentre in un’unico caso addirittura sulle 30; inoltre questi muri nascondono nicchie e vani a pianta subcircolare o rettangolare, coperti da una volta aggettante oppure da un grande lastrone, che si aprono verso valle. Gli specialisti che hanno descritto il fenomeno hanno ipotizzato che queste opere potrebbero essere state realizzate fra il primo millennio a.C. e la prima metà del primo millennio della nostra era.
E’ possibile che i massi megalitici fossero presenti sul posto prima della elevazione dei muri, essendosi staccati dagli affioramenti rocciosi soprastanti: quindi i costruttori li avrebbero utilizzati facendoli scivolare sopra i primi corsi di pietre di medie dimensioni, che costituivano la base dei muri, realizzando così una “precompressione” che avrebbe garantito ai muri stessi una lunga esistenza, salvandoli da ogni possibile franamento.
I singoli massi sono poi stati lavorati e lisciati nella loro faccia rivolta a valle per dare una linearità all’opera e, al tempo stesso, per meglio assorbire l’irraggiamento solare e restituirlo alla superficie coltivata.
Interessante è la presenza dei vani inglobati nei muri; alcuni di essi non erano visibili né raggiungibili dall’esterno; la loro presenza è stata scoperta solo dopo il crollo della copertura e, in un recentissimo caso, per la presenza di un ghiro che vi entrava passando da interstizi fra le pietre del muro. All’interno non sono stati trovati né resti umani né oggetti di uso corrente (ciotole, armi o strumenti) per cui sembrerebbe da escludere una funzione funeraria.
L’impiego agricolo di questi terrazzamenti non ha avuto interruzioni dal periodo protostorico fino ad oggi: si ritiene che fin dall’origine fossero utilizzati per la coltivazione della vite che sembra sia stata importata nell’Ossola dagli Etruschi.
Bibliografia:
– Piana Agostinetti P. – 1990 – Menhir e strutture a falsa volta in Ossola: testimonianze di megalitismo? – Oscellana, Domodossola.
– Poletti Ecclesia E. – 2012 – Antigorio, antica terra di pietra… Comunità delle Valli dell’Ossola, Domodossola Montana
– Pozzi Alberto – 2016/17 – Megalitismo minore: probabili centri cerimoniali preistorici nell’Insubria – Quaderni Erbesi, Erba.
Autore: Alberto Pozzi – alb.pozzi@gmail.com