La stele di arenaria è di dimensioni monumentali ed è decorata a bassorilievo su entrambi i lati.
Il lato A è suddiviso in tre fasce o registri.
Sul registro superiore vi è rappresentata una scena di lotta tra un serpente ed un ippocampo, animali fantastici che alludono al mondo ultraterreno.
Nella fascia centrale un demone alato guida il defunto verso l’oltretomba su un carro (biga) trainato da cavalli alati.
Nella parte inferiore un cavaliere armato di spada ed abbigliato con corazza affronta un guerriero nudo con scudo ovale e spada a doppio tagliente. La scena viene interpretata variamente come rappresentazione di giochi funebri o come combattimento tra un guerriero celta ed un cavaliere etrusco.
Sula lato B un demone alato porta/guida per mano il defunto a piedi verso l’oltretomba.
La stele rientra nell’ambito della produzione felsinea dei segnacoli tombali della seconda metà del V secolo a.C. che trae spunto da modelli iconografici proposti dalla ceramica attica del periodo. In particolare rientra tra quegli esemplari che presentano due lati figurati rispetto alla netta prevalenza dei monumenti della specie che hanno un solo lato lavorato.
Nella stele in oggetto il tema del passaggio del defunto dalla vita alla morte è descritto mediante due scene diverse in cui compare sempre un demone alato, che potrebbero essere interpretate rispettivamente come riferite al distacco del defunto dal mondo dei vivi e quindi al viaggio di quest’ultimo verso l’aldilà
La Stele funeraria 168 della Necropoli di Certosa è conservata presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.
Sulle stele felsinee cfr., tra gli altri:
– Studi sulle stele etrusche di Bologna tra V e IV secolo a.C., a cura di Elisabetta Govi, Edizioni Quasar, 2014.
Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it