Archivi

Christoph Ulmer. La basilica di Aquileia.

aquileia

Il volume di Christoph Ulmer passa in rassegna le diverse fasi storiche dell’edificio dei Patriarchi.
Saranno un punto fermo per molti anni a venire i due volumi freschi di stampa dedicati alla basilica di Aquileia di cui è autore e editore Christoph Ulmer, lo studioso di Stoccarda residente da quarant’anni in Friuli nella splendida villa di Tissano.
Si tratta di un lavoro monumentale, che ha preso forma con passione dopo venti anni di studi, ricerche bibliografiche, accurati confronti con altri studiosi, analisi archeometriche su campioni prelevati dalla stessa basilica.
Uno studio che ha condotto a una sintesi esemplare dove viene raccontata ogni minima parte della basilica e ogni suo elemento architettonico, dipinto murale, scultura e mosaico di ciascun secolo, strato su strato, nelle diverse fasi temporali che hanno interessato la basilica dei Patriarchi tra l’epoca paleocristiana e quella tardo medievale.
«A mê patrie cetant amade, al Friûl» è la significativa dedica di Ulmer che introduce l’edizione italiana del primo volume divulgativo, pubblicato agli inizi del 2021, passato inosservato a causa del Covid che ne ha ostacolato la presentazione.
Lo si trova – assieme al volume analitico con saggi di diversi studiosi, stampato a ottobre 2022 e disponibile al momento in tedesco in attesa della traduzione italiana – in tre librerie udinesi, Tarantola, Friuli e Gaspari oltre che sul web alla voce Ulmer-Kunstbuch (https://www.ulmer-kunstbuch-studienreisen.com/).
Già autore di studi e libri sulle ville e castelli del Friuli, con questo monumentale lavoro, autofinanziato, l’autore riferisce di «essere entrato anche nella profondità della storia del Friuli e di aver capito quanto la basilica sia “il” grande monumento che ne racconta tutta la storia».
La basilica di Aquileia passa in rassegna come in uno stratificato palinsesto le diverse fasi storiche attraversate dall’edificio dei Patriarchi e le modifiche i rifacimenti/ ingrandimenti compiuti in quattro fasi principali dal nucleo originario del IV secolo: tra IV/V secolo con la seconda basilica, nel 1031 sotto il patriarca Poppone e infine dopo il terremoto del 1348. Il tutto documentato da piante, dettagli, raffronti stringenti e plausibili.
Non viene dunque ritenuta verosimile l’esistenza di una basilica di epoca carolingia, ipotesi che si basava sull’intercettazione di un diploma di epoca carolingia dell’811 concesso a Massenzio per restaurare la “chiesa” di Aquileia, termine che va inteso in senso astratto e non riferito all’edificio in muratura.
I confronti stilistici sui capitelli della cripta e i plutei portano anch’essi in questa direzione e sono allineati a quanto la maggior parte degli studiosi d’Europa ha già riportato.
Nel libro viene inoltre definitivamente provato che il terremoto del ’998 è un falso storico, basato su un errore di trascrizione di alcune cronache benedettine: il risultato è stato definitivamente sancito dalle verifiche e dallo studio riportato nel volume in tedesco di Emanuela Guidoboni, la maggior esperta sull’argomento che studia i terremoti da quarant’anni e dirige l’Istituto Nazionale dei Terremoti.
Giordano Brunetti, Paolo Piva, Markus J. Wenninger, Guido Driussi, Petra Urbanova, Susanne Liindauer, Labor Kotalla e Mara Mason – già studiosa dell’Università di Udine che ha il merito di aver documentato e retrodatato gli importanti affreschi della cripta all’epoca di Ulrico I (1086-1121) – sono gli altri autori presenti nel volume di approfondimento.
Infine un corredo iconografico completo e di alta qualità, tutte fotografie dello stesso Ulmer, scandisce ogni pagina, quale indispensabile supporto alla lettura.
Dunque un’opera che è il grande lascito di uno studioso vulcanico, acuto e appassionato della grande importanza storica della basilica di Aquileia attraverso i secoli, assieme ai suoi patriarchi.

Autore: Melania Lunazzi

Fonte: www.messaggeroveneto.gelocal.it, 10 nov 2022

Segnala la tua notizia