Una scoperta storica quella avvenuta in Ucraina dove un team di archeologi ha portato alla luce una serie di frecce risalenti all’Età del Bronzo. Per gli esperti le armi appartenevano ad un antico popolo che popolava l’area, gli Sciti. Noti per le loro abilità nella guerra, come abili arcieri e cavalieri, gli Sciti erano un popolo nomade che popolò un vasto territorio tra Europa ed Asia. Le armi scoperte risalgono tra la fine del VI secolo e all’inizio del V secolo a.C.
Con il nome di Sciti non si intende un popolo specifico, ma un insieme di gruppi etnici diversi che popolavano le vaste praterie che vanno dalla Cina alla costa nord del Mar Nero, tra l’800 a.C. e il 300 d.C.
Tra i primi a nominarli è lo storico Erodoto che afferma che il popolo discendesse dall’eroe Eracle e da Echidna, una donna le cui estremità inferiori erano simili alla coda di un serpente.
Per i moderni ricercatori, invece, il popolo discendeva da diversi gruppi siberiani e Yamnaya eurasiatici.
I resti sono stati portati alla luce nella Riserva storica e culturale di Bilsk, vicino all’omonimo villaggio nel centro del paese, tra i fiumi Vorskla e Sukha Hrunia in Ucraina. Per gli esperti i ritrovamenti sono riconducibili all’antica città di Gelone, anch’essa citata più volte da Erodoto.
Gli archeologi hanno portato alla luce, inoltre, i resti di antichissima casa risalente alla tarda età del bronzo di circa 64 metri quadrati, più antica dei manufatti di epoca scita.
Autore: Angelo Petrone
Fonte: www.scienzenotizie.it, 5 set 2022