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Marina Celegon. Il gatto di Nebamun.

nebamun

Il mio gatto egizio preferito. Non si tratta di una delle frequenti immagini della dea Bastet in forma di gatta bensì di un gatto vero e proprio, rappresentato in una vivacissima scena di caccia agli uccelli nelle paludi proveniente dalla tomba di Nebamun, oggi conservata al British Museum di Londra.
Il pittore dimostra, secondo me, un’approfondita conoscenza di questo animale, che si ritiene venne addomesticato in Egitto verso la fine del Medio Regno, ed in questa scena raffigura l’animale mentre, con un balzo atletico dalla barca di papiro del padrone, cattura ben tre uccelli, uno afferrandolo per le ali con la bocca e altri due stringendoli tra gli artigli.
Il pelo e i lineamenti del gatto sono resi in modo realistico, con le strisce chiare e scure tipiche di molti gatti che girano per le nostre case, e che probabilmente discendono da queste antiche razze egiziane. La stessa conoscenza e abilità il pittore usò per rappresentare gli altri animali presenti nella scena, dai pesci nell’acqua alle farfalle che volano tra le canne, agli uccelli che il gatto e il suo padrone catturano.
Ogni volta che guardo l’intera scena, nel complesso molto piccola ma piena di vita e di colore, non posso che pensare che sia il gatto il vero protagonista e non il suo padrone Nebamun. Quest’ultimo è rappresentato in posizione molto atletica mentre, stando in bilico sulla barca di papiri, cattura gli uccelli con un bastone da lancio. Lo accompagnano l’elegantissima moglie, che in verità sembra un po’ fuori posto tra i canneti della palude, e dalla giovane figlia che, aggrappandosi alla gamba del padre raccoglie fiori di loto dall’acqua.

(Rilievo dalla tomba di Nebamun, la cui localizzazione è andata perduta. Dimensioni circa 98×115 centimetri. Nelle collezioni del British Museum di Londra dal 1821 per acquisto da Henry Salt. Inv. EA37977. Il rilievo è datato alla XVIII dinastia attorno al 1350 a.C.).

Autore: Marina Celegon

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