Bella, colta, carismatica, amatissima da tutti, definita da papa Gregorio Magno, con cui teneva una fitta corrispondenza, “gloriosissima regina”, Teodolinda era figlia di Garibaldo I, re dei Baiuvari (odierna Baviera) e di Valdrada, figlia del re longobardo Wacho e moglie del re dei Franchi Clotario I.
Teodolinda nacque forse a Ratisbona nel 570, quando i Longobardi avevano invaso da poco la penisola italica e miravano a espandere i loro territori.
Nel 584 Autari era re dei Longobardi, convinto sostenitore della dottrina ariana. Persa l’occasione di imparentarsi con i Franchi, sposando la sorella di Childeperto (questi trovò infatti la scusa che il promesso sposo non fosse di religione cattolica), decise di ottenere solide alleanze, che lo rendessero per lo meno simpatico al Papa e lo proteggessero contro i Bizantini. Spostò quindi le sue mire verso il regno dei Baiuvari, e le tre figlie di Garibaldo.
Paolo Diacono (Historia Langobardorum, III, 30, 1-35) ci racconta il romantico incontro che fece palpitare il cuore della giovane: dopo aver ottenuto la mano di Teodolinda, Autari si recò in Baviera sotto mentite spoglie di ambasciatore, con l’incarico di poter vedere “la sua promessa sposa” e quando “Autari l’ebbe contemplata con silenziosa approvazione”, notando quanta fosse la sua bellezza, chiese che gli venisse porta una coppa di vino, proprio dalla fanciulla…e così fu: “quando l’ebbe porta ad Autari, che non sapeva fosse il suo sposo, egli, […] nel rendere la coppa, […] le sfiorò la mano con un dito e si portò poi la destra dalla fronte sul naso e sulle labbra”. Era fatta e poi anche Teodolinda poteva considerarsi fortunata perché Autari era un bel giovane “di alta statura, di lunghi e biondissimi capelli”: il matrimonio fu celebrato dal consigliere spirituale Secondo di Non il 15 maggio 589, dopo che Teodolinda e il fratello Gundoaldo erano sfuggiti ad un’incursione franca.
Teodolinda dimostrò di avere notevole carattere, tanto che dopo la morte del marito, avvelenato mentre stava portando a termine la pace con i Franchi, mandò un’ambasceria e concluse la pace ella stessa.
I Longobardi, che la amavano moltissimo, “le permisero di rimanere nella dignità regia, invitandola a scegliersi […] lo sposo che volesse”, e lei scelse Agilulfo, duca di Torino, facendosi addirittura baciare subito sulla bocca per annunciare le nozze (Diacono, H.L., 35). Era un matrimonio annunciato, poiché sempre Paolo ci racconta che la notizia fu predetta ad Agilulfo addirittura il giorno delle nozze di Autari (H.L., 30, 55-70). Il nuovo sposo era un vero donnaiolo, ma in fondo Teodolinda era bella, potente, tanto valeva diventare re dei Longobardi!
Se la nostra regina aveva convinto Autari a non invadere Roma, salvando il rapporto con la Chiesa, anche se solo per questioni puramente politiche, con Agilulfo le cose cambiarono.
Teodolinda incentivò l’avvicinamento del suo popolo al Cattolicesimo, per una convivenza pacifica; fece battezzare il figlio Adaloaldo, con rito cattolico a Monza, ancora da Secondo di Non.
La Chiesa era una preziosa alleata contro Franchi e Bizantini e Teodolinda dimostrò intelligenza politica e abilità diplomatiche. Ecco quindi la Regina che costruisce chiese, come quella di S. Giovanni Battista a Monza; fonda monasteri, come quello di Bobbio, a conferma dell’appoggio che la coppia regale offriva a Colombano nella sua fervida attività di evangelizzazione; fa erigere palazzi, come a Monza, dove cent’anni prima Teodorico, re dei Goti, aveva edificato il proprio, Teodorico di cui la coppia regale segue le orme, raccogliendo l’eredità politica e ideale dei popoli conquistati, mantenendo però ben solida la propria identità; infine restituiscono al clero i beni sottratti durante l’invasione.
Questa politica di stampo filocattolico aveva però i giorni contati. Morto Agilulfo (nel 616), molti duchi tradizionalisti, in primis quelli di Trento, Udine e Cividale, cominciarono a sentire aria di rivalsa.
Passarono dieci anni, Adaloaldo fu considerato pazzo e detronizzato, per poi morire poco dopo avvelenato.
Teodolinda era ancora lì, fiera nella sua bellezza e luminosa nella sua intelligenza, perché un re si cambia, ma una regina come lei sarebbe stata indimenticabile eD insostituibile!
Morì il 22 gennaio 627 e fu sepolta nella sua amata Monza, nella basilica a lei cara, anche se il suo corpo fu traslato più volte. Nel sarcofago oggi posto nella cappella a lei dedicata del duomo di Monza trovarono riposo due degli uomini della sua vita: Agilulfo e Adaloaldo.
La figlia Gundeperga sposò Arioaldo, che era succeduto sul trono longobardo; era una grande donna, come sua madre, ma questa è un’altra storia…
Fonte: I Longobardi in Italia, su facebook.com, 1 marzo 2022