I resti di un ponte romano di età repubblicana venuti alla luce poche ore fa sulla via Tiburtina, all’altezza del dodicesimo chilometro. Il ponte, che attraversava il Fosso di Pratolungo, ancora oggi si trova parzialmente immerso in una falda acquifera.
La presenza di un passaggio sul Fosso di Pratolungo era documentata dalla cartografia storica per l’età rinascimentale. Ma le tracce di una struttura di età romana non erano state ancora portate alla luce.
L’eccezionalità della scoperta è dovuta anche alla sua datazione: i ritrovamenti ceramici e il tipo di muratura – in grandi blocchi di tufo – indicano come probabile l’età medio-repubblicana. Il ponte permetteva alla via Tiburtina di attraversare il Fosso Di Pratolungo. L’antichissima strada congiungeva l’Urbs a Tibur, l’attuale Tivoli: inizialmente via di transumanza, successivamente percorso di penetrazione romana nel territorio degli Equi e, infine, allungata fino al mare Adriatico. Il rinvenimento è avvenuto durante le indagini di archeologia preventiva della Soprintendenza Speciale di Roma diretta da Daniela Porro, per i lavori di allargamento della via Tiburtina da parte del Comune di Roma. Gli scavi, ancora in corso, sono condotti con la direzione scientifica di Fabrizio Santi, archeologo della Soprintendenza Speciale di Roma, dalle archeologhe Mara Carcieri e Stefania Bavastro della Land Srl.
La scoperta, a poche ore dal ritrovamento, è stata definita di «eccezionale rilevanza» da parte degli esperti. «Si tratta di un ritrovamento di grande interesse archeologico – conferma Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – e, del pari, storico e topografico. Le indagini continueranno nei prossimi giorni per ottenere una conoscenza quanto più completa della struttura e delle sue fasi d’uso. Ancora una volta Roma ci regala preziose testimonianze del suo passato, che permetteranno di comprendere meglio la sua storia millenaria».
Il ponte però, al termine delle indagini, verrà ricoperto: «Dopo un accurato rilevamento e mappatura, che permetteranno, assieme alla analisi dei reperti, uno studio e una dettagliata comprensione di questa importante scoperta».
Autore: Edoardo Sassi
Fonte: roma.corriere.it, 4 feb 2022