Un bassorilievo di forte impatto e altri elementi cultuali riferibili al Neolitico, sono emersi in un sito della provincia sudorientale di Şanlıurfa, in Turchia, nella regione dell’Anatolia, durante gli scavi delle ultime settimane, condotti dall’Università di Istanbul e dal Museo Archeologico di Şanlıurfa e guidati della professoressa Eylem Özdoğan.
Cinque le figure presenti sul blocco di pietra che raffigurano uomini e animali. In particolare, una porzione dell’opera scultorea mostra una singolare scena: due leopardi e un uomo – raffigurato frontalmente – che brandisce una parte anatomica di sé.
Il significato? E’ evidente che esiste un rapporto semantico, nell’opera, tra la potenza delle belve aggressive, in fase di attacco e l’uomo in fase di risposta virile. Che, per certi aspetti, appare però fragile e inadeguata. E al tempo stesso eroica.
Un’altra figura umana dà le spalle a queste tre figure. In questo caso essa – che presenta la stessa parte anatomica eretta – è raffigurata di profilo, mentre affronta un toro dalle corna possenti. Nella mano destra tiene un serpente. La mano sinistra – che pare abbia sei dita – è sollevata, in direzione dell’animale.
Il bassorilievo si trova alla base di quello che era un edificio circolare scavato nella roccia calcarea. Lungo il muro dell’edificio, che ha un diametro di circa 11 metri, fu scavata una panchina alta 1 metro e qui venne ricavato il bassorilievo. E’ possibile ritenere che fosse un piccolo tempio, circondato da menhir, che sono numerosi, nella zona. Sono state proprio queste pietre riutilizzate – negli ultimi tempi – dagli abitanti per rinsaldare i muri di recinzioni a far muovere gli archeologi, che hanno verificato la provenienza dei materiali antichi e avviato lo scavo.
Questo bassorilievo legato a un culto virile è emersa da una zona ad alta densità cultuale, com’è l’intera Göbekli Tepe (“collina panciuta” in turco) un sito archeologico a circa 18 km a nordest dalla città di Şanlıurfa, risalente alla fine del Neolitico, (Neolitico preceramico A) o all’inizio del Mesolitico.
Su quella collina venne rinvenuto uno tra i più antichi esempi di tempio in pietra: datato al X millennio a.C. In quest’area avrebbe avuto inizio, secondo gli studiosi, il processo di sedentarizzazione dell’umanità, che iniziò ad abbandonare lo stato nomade per dedicarsi all’agricoltura.
Intorno all’8000 a.C. il sito di Gobekli Tepe venne deliberatamente abbandonato e volontariamente sepolto con terra riportata dall’uomo.
Il tempietto recentemente scoperto risalirebbe – ma sono in corso datazioni di laboratorio – all’ultimo periodo della cultura di Gobekli Tepe, quindi a circa 10mila anni fa.
Fonte: www.stilearte.it, 24 ottobre 2021