Sul colle di San Rocco/Koromačnik, nel Comune di San Dorligo della Valle – Občina Dolina, gli scavi archeologici dell’accampamento romano repubblicano di San Rocco/Koromačnik hanno messo in luce vaste e complesse strutture di difesa che svelano nuove conoscenze sull’architettura militare romana di II e I secolo a.C.
Sta infatti per concludersi la seconda campagna di scavi, condotta su concessione ministeriale sotto la direzione del dott. Federico Bernardini del Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam e del Venice Centre for Digital and Public Humanities dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con l’Università di Trieste, l’Istituto di Archeologia dell’Accademia Slovena di Scienze ed Arti/ Znanstvenoraziskovalni center Slovenske akademije znanosti in umetnosti e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
San Rocco potrebbe aver svolto un ruolo centrale negli scontri del 178-177 a.C. che portarono alla sconfitta degli Istri, di cui resta la testimonianza di alcuni storici antichi tra cui Tito Livio, ed in eventi bellici successivi fino circa alla metà del I sec. a.C.
L’altura di San Rocco, infatti, in gran parte proprietà della Comunella Srenja Vicinia Bolliunz Comune, è sede di uno dei più antichi accampamenti romani conosciuti in Europa, con ogni probabilità costruito poco dopo la fondazione di Aquileia (181 a.C.) nella prima metà del II sec. a.C. Il colle è lambito a sud dal torrente Rosandra e si eleva in una posizione strategica a poche centinaia di metri dal punto più interno e protetto del golfo di Trieste.
L’accampamento che lo occupa ha un’estensione di oltre tredici ettari e presenta una planimetria piuttosto complessa. La principale struttura di fortificazione ha una forma quasi semicircolare (larga fino a circa 600 m), mentre al suo interno si riconoscono varie murature. Tra queste, sulla sommità della collina, è ancor oggi riconoscibile una fortificazione rettangolare di circa 100×50 m.
Gli scavi hanno interessato parte della fortificazione rettangolare sommitale ed un tratto della grande fortificazione esterna, con lo scopo di definire le tecniche costruttive e la cronologia delle strutture. Le ricerche hanno permesso di mettere in luce complesse opere difensive costituite da terrapieni associati a strutture in pietra e fossati, senza confronti nei pochi siti coevi noti nella penisola iberica. Più nel dettaglio, il muro di difesa esterno, largo circa 10 m, presenta dall’esterno verso l’interno dell’accampamento un piccolo fossato che probabilmente ospitava una palizzata, una massicciata di pietre alta circa 1.5 m, un ulteriore piccolo fossato con ogni probabilità utilizzato per il fissaggio di ostacoli lignei e infine, a una quota leggermente maggiore, un camminamento largo circa 5 m composto da un muro a sacco e un terrapieno interno, in origine protetto da un parapetto ligneo. La struttura conserva tracce evidenti di un incendio che ha raggiunto temperature molto elevate. Lo studio dei materiali ceramici rinvenuti, soprattutto anfore, e degli abbondanti resti di carboni, con ogni probabilità permetterà di precisare la cronologia della struttura e di comprendere se possa essere legata alla guerra del 178-177 a.C., come recentemente ipotizzato, o a un momento successivo.
Nella foto:
Immagine dei resti di un tratto della grande struttura di fortificazione che circonda il colle di San San Rocco/Koromačnik (foto di Stefano Furlani).
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