La città perduta di Thonis-Heracleion, un tempo il più grande porto d’Egitto, fu distrutta da cataclismi naturali. Nel 2000 è stata riscoperta da una spedizione di ricercatori subacquei, dopo più di due millenni. Una scoperta straordinaria che ci rivela i fasti di una città che si credeva perduta.
Potremmo andare indietro al XII secolo a.C. quando questa città egizia sul Mediterraneo aveva già molti legami con le città dell’antica Grecia. Heracleion, meglio conosciuta con il suo nome originale egizio di Thonis, è chiamata, forse più correttamente, Thonis – Heracleion. La città era un porto fiorente già dai tempi dei faraoni, ma fu colpita nel tempo da una combinazione di terremoti, tsunami e dall’innalzamento del livello del mare.
Alla fine del II secolo avanti Cristo, molto probabilmente dopo una grande alluvione, gli edifici monumentali di Heracleion collassarono nelle acque trascinando molti dei suoi tesori nei fondali. La distruzione fu tale che solo alcuni dei suoi abitanti rimasero in ciò che restava della città durante l’epoca romana e l’inizio della dominazione araba, ma alla fine dell’VIII secolo dopo Cristo, anche le ultime strutture di quella che era Heracleion sprofondò nel Mediterraneo.
Ora, molti dei suoi incalcolabili tesori sono stati riportati alla luce dalle profondità del mare ed è finalmente possibile ammirare nuovamente questi capolavori del mondo antico.
Abbiamo spesso descritto l’importanza del Mar Mediterraneo per lo sviluppo delle civiltà, favorendo lo scambio commerciale e culturale. Thonis-Heracleion era un’antica città portuale egizia situata a circa 32 km a nord-est di Alessandria sul Mar Mediterraneo. I suoi resti si trovano nella baia di Abu Qir.
Questo nome vi dovrebbe ricordare qualcosa … Ad Abu Qir si svolsero tre battaglie relative alla Campagna d’Egitto di Napoleone Bonaparte, una navale e due terrestri. Nella sua baia, il 1º agosto 1798, la flotta francese agli ordini dell’ammiraglio Brueys fu sorpresa, dopo che aveva sbarcato il corpo di spedizione francese in Egitto comandato dal Napoleone, dalla flotta inglese di Horatio Nelson e distrutta. Quasi un anno dopo, il 25 luglio 1799, Napoleone attaccò i Turchi dell’armata di Rodi comandati da Mustafà pascià, sbarcati dalla flotta della squadra navale inglese, comandata dal contrammiraglio William Sidney Smith, e li sbaragliò nonostante una decisa inferiorità numerica.
Infine l’8 marzo 1801 nella stessa baia sbarcò un corpo di spedizione inglese agli ordini del generale Sir Ralph Abercromby sotto il fuoco delle truppe francesi agli ordini del generale Jacques François Menou. Lo scontro fu durissimo e vinsero gli Inglesi che, con questo combattimento, costrinsero il generale Menou a ritirarsi con le truppe rimastegli in Alessandria dove capitolerà cinque mesi dopo. In pratica, ponendo fine all’avventura napoleonica in Egitto.
Non c’è da meravigliarsi se in quelle acque, così ricche di storia, si sia concentrato da tempo un grande interesse archeologico. Le scoperte del suo antico passato hanno restituito, in meno di 10 metri (30 piedi) di acqua numerose statue. Quello che colpisce sono le steli che ci raccontano la storia di un’unica città conosciuta sia con il nome egiziano che con quello greco. Prima che la città di Alessandria fosse realizzata da Alessandro Magno, Thonis – Heracleion era di fatto il principale porto commerciale di ingresso nell’antico Egitto per tutte le numerose navi che arrivavano da tutto il mondo mediterraneo e, in particolare, greco.
La città egizia di Thonis fu originariamente costruita su alcune isole adiacenti al delta del Nilo. Questo consentiva di usufruire di canali naturali con una serie di porti ed ancoraggi separati. I suoi moli, i fantastici templi e le case-torri erano collegate tramite dei traghetti; inoltre, ponti e pontoni venivano usati per il trasporto delle derrate e delle merci. La città era di fatto un grande emporio commerciale, e nel tardo periodo dell’antico Egitto divenne il principale porto del paese per il commercio internazionale … e la riscossione delle tasse.
Thonis aveva un grande tempio dedicato a Khonsou, figlio di Amon, che era noto ai Greci come Eracle (Ercole). Durante il periodo in cui la città fu al suo apice, tra il VI e il IV secolo a.C., al centro della città si trovava un grande tempio dedicato ad Amon-Gereb, il dio supremo dell’Egitto dell’epoca. Il faraone Nectanebo I fece molte aggiunte al tempio nel IV secolo a.C. portandolo ad una grande magnificenza. I santuari di Heracleion, dedicati a Osiride e agli altri dei egizi, erano famosi per le guarigioni miracolose e attiravano quindi pellegrini da tutto l’Egitto. Cerimonie religiose spettacolari, tenute in templi al cospetto di sculture monumentali, culminavano con la celebrazione dei “Misteri di Osiride“, svolta ogni anno durante il mese di Khoiak, il quarto mese dei calendari egizio (circa dicembre) e poi copto. Durante queste cerimonie spettacolari una statua del dio veniva trasportata nella sua barca cerimoniale fino al tempio di Amon nella vicina Canopo. Durante il II secolo a.C., la città fu colpita da molteplici disastri naturali e la città di Alessandria, che era stata fondata da Alessandro Magno, sostituì Heracleion come porto principale dell’Egitto.
Arriviamo ai giorni nostri, l’esploratore subacqueo Franck Goddio e il suo team dell’Istituto europeo di archeologia subacquea, IEASM, con la collaborazione del Consiglio Supremo egiziano, hanno riscoperto la città di Thonis-Heracleion. Fin dalla sua fondazione, l’Istituto è stato diretto da Franck Goddio che si dedica interamente all’archeologia subacquea e alla diffusione delle conoscenze acquisite attraverso queste scoperte attraverso la pubblicazione di libri e articoli, nonché l’organizzazione di mostre. Grazie alle sue ricerche, Goddio ha anche risolto un enigma storico che aveva lasciato perplessi gli egittologi nel corso degli anni: il materiale archeologico ritrovato, tra cui una stele, ha rivelato che Heracleion e Thonis erano in realtà la stessa città con due nomi: Heracleion per i greci e Thonis per gli Egizi.
Gli oggetti recuperati dagli scavi lasciano senza fiato ed illustrano la bellezza e magnificenza dei grandi templi che vi erano stati costruiti. “L’abbondanza di testimonianze storiche: statue colossali, iscrizioni ed elementi architettonici, gioielli e monete, oggetti rituali e ceramiche, raccontano una civiltà congelata nel tempo … ” dice Goddio. Tutti i tesori ritrovati sono ora stati trasferiti nel Grande Museo Egizio del Cairo, la cui nuova apertura è prevista entro la fine di quest’anno 2021.
Autore: Andrea Mucedola
Fonte: www.ocean4future.com, 2 lug 2021
Immagine in evidenza: L’esploratore subacqueo Franck Goddio scopre una statua nascosta nei fondali da più di 1200 anni nella città sommersa di Heracleion. Photo Credit: Christoph Gerigk /Facebook / Contemporary Explorations in Mythology LLC
Immagini nel testo:
– Statuetta bronzea di un faraone, Thonis-Heracleion, baia di Abu Qir, Egitto, 30th-26th dinastia, altezza 8-1/16 pollici (SCA 1305) – ©Franck Goddio/Hilti Foundation
– ©Franck Goddio/Hilti Foundation