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BORGOGNA (F). Il cratere di VIX.

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Madame de Vix….quando gli Etruschi fecero arrivare in area celtica tesori di immenso pregio ma ancor più importante l’ideologia funeraria sottesa…il banchetto venne adottato come modo per salutare i defunti…..
Nel pomeriggio del 5 gennaio 1953 Maurice Moisson dirigeva gli scavi in un sito ai piedi del Mont Lassois, un importante giacimento del periodo di Hallstatt scoperto nel 1929 vicino alla località di Vix, nella regione francese della Borgogna. Moisson aveva cominciato il suo scavo il 31 dicembre, dopo aver osservato la presenza di resti di ceramica disseminati su un rialzo che si sopraelevava di 25 centimetri rispetto al terreno circostante. Questa piccola prominenza gli fece ipotizzare la preesistenza di un tumulo in seguito livellato con il lavoro agricolo.
La sua ricerca diede pochi frutti durante la prima settimana di lavori, nonostante si fosse scavato fino a raggiungere 1,80 metri di profondità, quando, al tramonto, emerse l’estremità di un grande pezzo di bronzo.
vixAll’alba del giorno seguente i lavori ripresero in presenza di René Joffroy, direttore del museo della vicina Châtillon-sur-Seine. Alla luce del giorno si constatò che il frammento di bronzo corrispondeva all’ansa finemente cesellata di un grande cratere; subito dopo vennero alla luce i frammenti di ceramica di una coppa attica a figure nere e una patera d’argento.
Di fronte all’importanza di questi ritrovamenti, i lavori furono sospesi per consentire l’arrivo di Paul Wernert, direttore della Circonscription des Antiquités préhistoriques del CNRS, e di Guy Gaudron, ispettore dei musei di provincia.
Fra l’8 e il 9 gennaio venne dissotterrato il grande cratere di bronzo e altri oggetti che erano stati appoggiati sul suo coperchio, in particolare una patera d’argento, di 24 centimetri di diametro e 350 grammi di peso, con un umbilicus (protuberanza centrale) d’oro, e una coppa attica a figure nere raffigurante un combattimento fra opliti. Inoltre, all’interno del cratere venne rinvenuta una statuina rappresentante una figura femminile di 19 centimetri d’altezza.
In seguito la stampa diede notizia della scoperta: il 12 gennaio, il corrispondente a Digione del quotidiano Le Monde annunciava che sul Mont Lassois era venuto alla luce un magnifico vaso greco in bronzo, dall’inestimabile valore artistico. Lo scavo continuò fino al 13 di febbraio, e nel periodo dei lavori furono rinvenuti gli elementi metallici di un carro, su cui si trovavano i resti della persona che vi era stata sepolta.
viCome Joffroy precisò nella relazione inviata all’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres di Parigi, lui e Moisson avevano scoperto una tipica sepoltura con carro di Hallstatt, del tutto corrispondente alle camere funerarie dei principi celti della stessa epoca (V secolo a.C.), la cui cultura occupò gran parte del territorio che si estendeva fra Austria e Borgogna. Il sepolcro era formato da un tumulo di 42 metri di diametro costruito con pietre di grandi dimensioni (alcune di 80 per 40 centimetri), al cui centro si trovava la camera mortuaria, un quadrato di tre metri per lato.
Il cratere di Vix è il più grande cratere finora rinvenuto. Misura 164 cm di altezza e 127 di diametro e pesa 208,6 chili; ha una capacità di 1100 litri
Grazie all’analisi delle ossa del defunto fu possibile accertare che si trattava di una donna, forse una principessa o una sacerdotessa del più alto rango sociale, a giudicare dalla ricchezza del corredo funerario. Alta 1,60 metri, la donna era morta a un’età compresa fra i 30 e i 40 anni, ed era stata sepolta intorno al 480 a.C.
Per il suo viaggio nell’aldilà, la dama di Vix era stata ornata con numerosi gioielli di lavorazione locale: una collana di grosse perle di pietra e ambra, una cavigliera di bronzo, un bracciale in lignite, spille che servivano per fissare gli abiti e uno splendido torchon (collier) d’oro di 24 carati del peso di 480 grammi. Inoltre, era stata circondata con pregiati pezzi di vasellame provenienti dall’area del Mediterraneo: una patera d’argento, un grande cratere di bronzo prodotto nel sud dell’Italia, un oinochoe, anch’esso in bronzo, e coppe di ceramica attica a figure nere che servivano per le libagioni. Anche il vino era di origine mediterranea e sicuramente fu versato nel cratere per il banchetto funebre.
viLe straordinarie ricchezze che accompagnavano questa principessa celtica sono spiegate dalla posizione geografica del ritrovamento. Gli studi condotti negli ultimi decenni hanno permesso di accertare che il territorio del Mont Lassois era attraversato da un’importante rotta commerciale lungo la quale, nel VI secolo a.C., lo stagno estratto nelle isole britanniche era trasportato nell’area mediterranea. La stessa strada serviva per coprire la domanda crescente di schiavi, oro e ferro; tutti trasportati attraverso i fiumi Rodano, Saona, Mosella, Reno e Danubio, che costituirono gli assi privilegiati di questa circolazione con i passi alpini che mettevano in comunicazione questa regione con l’Italia.
In questo contesto, l’insediamento del Mont Lassois faceva parte di un piccolo principato che beneficiò della sua posizione privilegiata come tappa intermedia di questa rotta commerciale fino a quando l’avvicendarsi delle nuove aristocrazie guerriere della cultura di La Tène non lo fece sparire.

Autore: Mario Calice

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