Nella tavolozza di Narmer, l’antico sovrano al quale è attribuita, attorno al 3100 a.C., la prima unificazione dell’Egitto, il re è rappresentato mentre sfila, preceduto dai portatori di stendardi e seguito da un personaggio molto importante, “il portatore di sandali” che si vede nella foto. Quest’ultimo trasporta con grande dignità un paio di sandali infradito, non molto diversi da quelli che si usano sulle nostre spiagge. Questo incarico, come nelle epoche successive quello del “portatore del flabello” il grande ventaglio che accompagnava il sovrano, era molto ambito ed erano personaggi di rango quelli che si prendevano cura delle calzature e dei ventagli dei sovrani.
Diversamente da oggi, infatti, nell’Antico Egitto i sandali non servivano solo a proteggere i piedi bensì avevano, fin dalle origini, anche altri significati, sociali e simbolici. Inizialmente i sandali erano probabilmente un elemento distintivo dell’abbigliamento dei sovrani, i cui corpi divini potevano così non essere contaminati dalla terra durante le cerimonie e i rituali. Sulle suole dei sandali dei sovrani, come su quelli di Tutankhamon della foto, erano spesso rappresentati dei nemici, sconfitti e legati, che venivano così continuamente schiacciati simbolicamente e fisicamente dal sovrano, un’azione che ribadiva il suo ruolo di dominio e di difensore del Paese dal caos, rappresentato dai nemici.
Nel tempo l’uso delle calzature divenne più comune ma, come oggi, i sandali che venivano usati riflettevano lo status sociale e la ricchezza dei proprietari: se gli egiziani più poveri continuarono a lungo a camminare scalzi, i componenti della corte prima, le alte gerarchie poi, iniziarono presto ad usare le calzature e numerosi esempi di questi prestigiosi oggetti sono stati ritrovati nelle tombe, dai più semplici, realizzati con vegetali intrecciati, a quelli più prestigiosi, realizzati con maggiore cura e con materiali preziosi.
Nel ricco corredo del faraone Tutankhamon, vissuto attorno al 1300 a.C., è stata ritrovata una quarantina di paia di sandali, dai più semplici che probabilmente il giovane sovrano usava nell’intimità del suo palazzo, a quelli più ricchi e decorati, riservati alla vita pubblica. Va detto che tanto nei templi che nelle tombe, i sovrani sono spesso rappresentati scalzi, forse un segno di umiltà di fronte agli dei e davanti alle incognite dell’aldilà.
Autore: Marina Celegon – marina.celegon@libero.it