L’Indonesia si conferma come una delle culle dell’arte rupestre del mondo. In uno studio pubblicato poco più di un anno fa, le rappresentazioni di scene di caccia scoperte nell’isola di Sulawesi, a est del Borneo, erano state datate a 43.900 anni fa e interpretate come la più antica testimonianza di arte rupestre nota finora. Il primato sembra ora superato dalla figura di un suino che risale ad almeno 45.500 anni fa, ritrovata nella stessa area insieme a un’altra più recente: è quanto emerge da una datazione pubblicata sulla rivista “Science Advances” da Adam Brumm Griffith University, Brisbane, in Australia, e colleghi di una collaborazione internazionale.
Finora le attenzioni dei ricercatori erano concentrate sulla raffigurazione di un esemplare di Sus celebensis, noto anche con il nome volgare di cinghiale di Sulawesi, scoperta nella grotta di Leang Bulu’ Sipong 4 in una scena di caccia insieme ad altri animali, e datata a 43.900 anni fa.
Tra il 2017 e il 2018 Brumm e colleghi hanno scoperto due ulteriori rappresentazioni dello stesso animale, ottenute usando pigmenti minerali rossi o violacei scuri in due grotte di pietra calcarea di Sulawesi. La prima, ritrovata nella grotta di Leang Tedongnge, raffigura un suino di 136 centimetri di lunghezza per 54 centimetri di altezza, che probabilmente faceva parte di una scena più ampia, perché si accompagna alle figure meno complete di due altri animali dello stesso tipo.
La seconda, nella grotta Leang Balangajia 1, raffigura invece un suino di di 187 centimetri per 110. Entrambe le figure sono accompagnate da contorni di mani umane, due nel primo caso e quattro nel secondo, ottenute con una tecnica simile a quella dello stencil.
Ma i dati più importanti riguardano la datazione dei reperti, condotta con il metodo degli isotopi dell’uranio. Le stime sono di almeno 45.500 anni di età per il dipinto rupestre di Leang Tedongnge e di almeno 32.000 anni per quello di Leang Balangajia 1. Si tratta quindi della più antica rappresentazione artistica nota del mondo, almeno finora, ma gli autori sottolineano che non c’è ragione per pensare che non si siano altri reperti dello stesso tipo nelle numerose isole del Sud-est Asiatico.
Come già avvenuto per precedenti dipinti rupestri indonesiani, sarà ora compito dei paleoantropologi stabilire a quale specie umana appartenessero gli ignoti autori. L’ipotesi più accreditata che è che fossero esseri umani moderni, i primi nella nostra storia evolutiva a cui vengono attribuite capacità di rappresentazione artistica, indicative di facoltà cognitive complesse.
Fonte: www.lescienze.it, 14 gen 2021