Con l’ausilio del personale tecnico della Città metropolitana di Palermo, Direzione viabilità, gli archeologi della Sezione per i beni archeologici di Palermo, diretti da Rosa Maria Cucco, hanno riportato alla luce una sepoltura a enchytrismòs, tipologia tombale che venne utilizzata in epoca punica, romana e paleocristiana, quando si ricorreva al seppellimento all’interno di grandi anfore.
Il reperto è stato rinvenuto sulla strada provinciale 9 bis che collega Scillato a Collesano, sulla scarpata a monte della strada, a seguito delle piogge. Si tratta di un oggetto di particolare interesse archeologico, che l’associazione Sicilia Antica di Scillato ha segnalato alla Soprintendenza beni culturali e ambientali di Palermo.
Il sito si trova vicino alla zona archeologica di Himera luogo di grande interesse storico, teatro di due epiche guerre tra romani e cartaginesi. La sepoltura a enchytrismòs consisteva nel deporre il corpo all’interno di un vaso in terracotta (pithos), in posizione rannicchiata. Le anfore venivano utilizzate, soprattutto per l’inumazione dei bambini. L’anfora, quando utilizzata per gli infanti deceduti, veniva tagliata di lungo per permettere l’inserimento del corpo; la parte tagliata era poi accostata e l’anfora deposta inuna fossa.
La sepoltura a enchytrismos risale all’Età Punica, compare durante l’ultima parte del VI sec. a.C. e resiste sino agli inizi del IV sec. a.C. All’interno dell’anfora ritrovata è stata rinvenuta un’anfora piccola che serviva quale corredo d’accompagnamento del defunto. L’enchytrismòs per la sepoltura degli infanti prosegue in età paleocristiana, epoca durante la quale le anfore venivano spesso collocate nei loculi all’interno delle catacombe.
Il ritrovamento che potrebbe portare allo sviluppo di una campagna di scavi per indagare sulla probabile presenza di una necropoli del VI-V secolo avanti Cristo.
Fonte: www.ragusanews.com, 10 ott 2020