L’area archeologica non si riconosce se non per una recinzione, peraltro divelta in più punti, e due pannelli descrittivi che sono ormai diventati completamente bianchi e quindoi non descrivono più nulla.
L’Antiquarium: non è possibile chiamarlo ancora così, anche se ci sono titoli ed indicazioni in tal senso; è indicato in uno stabile, una ex-scuola, non abbandonato ma in fase di crollo. Non oso pensare che il materiale sia ancora dentro.
Questa situazione persiste ormai da circa 10 anni: tuttavia a Villa del Foro e dintorni ci sono molte segnalazioni che indicano sia l’area archeologica che l’Antiquarium; avessero almeno il pudore di toglierli.
Il paese di Villa del Foro infine sta inesorabilmente morendo e questo potrebbe essere evitato soltanto ravvivandone l’esistenza proprio con un interesse per il passato, che non so per decisione di chi, viene del tutto cancellato.
Sopralluogo effettuato in data 4 settembre 2020.
Autore: Feliciano Della Mora
Per approfondimenti sul sito archeologico, vedi:
ALESSANDRIA – Villa del Foro : Sito preistorico e città romana di “Forum Fulvii”
Per apprfondimenti sull’Antiquarium, vedi:
ALESSANDRIA – Villa del Foro : Antiquarium
Si allegano testimonianze e denuncie precedenti, rimaste purtroppo senza risposte:
La zona archeologica abbandonata di Villa del Foro.
Riceviamo da Stefania Marina e pubblichiamo alcune immagini della zona archeologica di VIlla del Foro (Alessandria) che come si può vedere è completamente abbandonata; del resto perché stupirsi visto che c’è chi ha sempre sostenuto che con la cultura non si mangia…
Se trattiamo in questo modo il nostro già scarso patrimonio artistico anziché valorizzarlo e pubblicizzarlo poi non pretendiamo che arrivino i turisti…
Ovviamente il sito é chiuso e presumibilmente abbandonato visto lo stato della vegetazione.
Analogo discorso per il museo in paese.
Fonte: alessandria.today, 16 ago 2020
Il degrado dell’Antiquarium di Villa del Foro, j’accuse dello street artist: “È una vergogna”
Guido Bisagni, in arte 108, alessandrino, è anche uno degli street artist (odia però questo termine) più quotati d’Italia: torna sempre dove è nato, ultimamente con sofferenza, perché vede una città morta.
Lui è uno di quegli artisti attirati dalle fabbriche abbandonate, che sfrutta come tele per le sue creazioni. Ma, quando lo stato di degrado tocca i musei, grida allo scandalo, soprattutto se nella sua città. Egli espone con successo in tutto il mondo e viene contattato per riempire muri e per progetti di livello.
Ora denuncia lo stato di abbandono dell’Antiquarium di Villa del Foro, il suo museo preferito.
Cosa pensa di quello che si trova oggi a Villa del Foro?
«Forse la cosa più schifosa e vergognosa della città. Ogni volta che passo di lì, ho il disgusto. L’area archeologica con i resti della città romana abbandonati e usati come discarica, i reperti dei siti e delle necropoli preromane completamente dimenticati, i reperti a Torino. Per fortuna, a questo punto».
Ci andava spesso?
«Era uno dei miei musei preferiti, purtroppo già quando era aperto gran parte dei reperti erano nei magazzini a Torino. Adesso ad Alessandria di alessandrino non c’è più niente, tutto al museo di antichità. Mentre ad Alessandria, a Palazzo Cuttica, ci sono i reperti preromani di Tortona. Non si capisce proprio».
Perché era importante l’Antiquarium?
«Credo che il minimo indispensabile sia valorizzare la propria storia, anche solo per senso di responsabilità nei confronti della nostra terra. Nessuno sa nemmeno che sotto Alessandria – al Cristo, Villa del Foro, Cascina Chiappona, Casal Cermelli – ci fossero alcune delle sepolture più antiche del nord ovest. A Villa del Foro hanno trovato reperti che hanno un valore davvero inestimabile».
Intende nell’area archeologica, ora dimenticata?
«Esatto: sembra una discarica. Si vede questo recinto con dentro niente. Anche i cartelli informativi ormai sono bianchi, mangiati dal sole. Tutto è in uno stato che va oltre l’immaginazione considerando che lì c’era una città romana e preromana. Non è solo tenuta malissimo: è abbandonata nel modo peggiore».
Quella è parte della storia antica di Alessandria?
«Mi affascina molto pensare che lì prima dei romani vivessero i veri alessandrini, i nostri avi. Hanno trovato molte sepolture dell’età del ferro e del bronzo, anche una parte di acquedotto. Erano le uniche tracce e non erano nemmeno da poco. Siamo noi i primi a non interessarci della storia, invece è importante conoscere le proprie origini».
Decadimento culturale?
«Certo. Una città da quasi 100 mila abitanti che non si riesce a mantenere tre musei aperti è sintomo che a nessuno frega nulla. Non è solo colpa delle varie amministrazioni. Ad Alessandria è considerato culturale un mercatino. Sono preoccupato per i giovani: vent’anni fa potevo ascoltare musica di importanti band americane, vedere mostre, frequentare gallerie nella mia città. Oggi gli unici appuntamenti culturali veri, Inchiostro e AleComics, che è culturale a suo modo, non ricevono aiuti economici e fanno fatica a sopravvivere».
Ha una soluzione?
«Dare in mano gli spazi agli artisti, che possono aprire studi. Serve qualcuno che abbia voglia di fare».
Autore: Valentina Frezzato
Fonte: www.lastampa.it, 7 ago 2019
Villa del Foro, il museo che non c’è (ma restano i cartelli)
Storie di ordinario decadimento nell’era della crisi e del dissesto. La vicenda del museo e area archeologica di Villa del Foro (Forum Fulvii), e del sobborgo, è davvero esemplare. Se ne è parlato nel corso di una commissione cultura, convocata dal presidente Renzo Penna per fare il punto della situazione e per avanzare qualche ipotesi di “recupero”.
La vicenda la sintetizzano gli assessori Maria Teresa Gotta e Vittoria Oneto: la scuola del sobborgo chiude circa 30 anni fa per la diminuzione della popolazione scolastica (tra il 2011 e il 2014 sono nati a Villa del Foro 14 bambini). Nell’edificio trovano casa la Soms, l’ambulatorio medico, il seggio elettorale.
Nel 2004 apre il Museo che ospita una serie di oggetti, alcuni anche di pregio, dell’epoca etrusca e nasce, qualche anno dopo, il progetto “Dagli Etruschi a San Baudolino” proposto dalla giunta Fabbio che ottiene anche un finanziamento di 62 mila euro, pare mai utilizzati. Contemporaneamente all’apertura del Museo il comune acquisisce un’area da un privato dove la Sovrintendenza ai beni archeologici avvia una serie di scavi che portano alla luce importanti reperti. L’area viene delimitata e segnalata con cartelli. In realtà il museo non decollerà mai, anche per mancanza di promozione e di strategie. Questo, almeno, è quanto comunica la Sovrintendenza al comune di Alessandria in una lettera datata dicembre 2010 e, pertanto, viene deciso di chiudere e ricoprire tutto.
Una parte dei reperti viene ospitata nell’ex ospedale militare, un’altra nei locali della scuola Straneo. I reperti più piccoli vengono dirottati a Torino e sono, attualmente, oggetto di studio. Nel frattempo il nucleo archeologico dei Carabinieri effettua alcuni sopralluoghi dove sono conservati (o meglio accatastati) i reperti e riscontra irregolarità per l’inadeguatezza degli spazi di conservazione.
Intanto anche lo stabile delle ex scuole del sobborgo cadono nell’oblio: chiude l’ambulatorio e il seggio elettorale, spostato negli spogliatoi del campo sportivo, e le poste. Resta la Soms, ormai ultimo punto di riferimento per il quartiere.
Oggi la Sovrintendenza farà un nuovo sopralluogo per verificare come è lo stato di conservazione dei reperti rimasti ad Alessandria. “Abbiamo pensato a luoghi alternativi, ma non ce ne sono di adeguati – spiega l’assessore Oneto – L’alternativa potrebbe essere quella di realizzare un deposito vero e proprio nell’ex ospedale militare, nella chiesa di San Francesco, ma le risorse non ci sono. C’era un progetto di fattibilità, un bel progetto, però irrealizzabile”. Il Comune, oggi, davanti alla Sovrintendente tenterà la carta del “tamponamento provvisorio”, ossia almeno lo spostamento del quadro elettrico, per rendere indipendente l’accesso all’area di deposito dal resto del complesso.
Impensabile, a maggior ragione, puntare ad un nuovo museo. “Il nostro obiettivo – prosegue Oneto – è quello di realizzare una estemporanea, nel 2016, ed una pubblicazione, per rendere fruibile alla città un patrimonio comunque importante”.
Andrea Villa, presidente della Soms di Villa del Foro, tende la mano e lancia qualche idea. Intanto quella di mettere in sicurezza le ex scuole: “era stato rifatto recentemente il tetto, ma ci sono infiltrazioni. Occorrerebbe almeno rendere sicuro il cortile, affinchè non ci siano rischi per chi vi entra. Da parte nostra siamo pronti a mettere a disposizione i nostri locali per far tornare l’ambulatorio medico, visto che la popolazione è prevalentemente anziana e non ci sono neppure più i collegamenti pubblici, salvo un servizio concordato con Arfea, e il seggio elettorale”.
Villa propone, poi, di realizzare un percorso verde, pedonabile, nell’area degli scavi, e di realizzare almeno una mostra fotografica che testimoni i lavori fatti “per non perdere almeno la memoria di quanto realizzato”.
“Intanto garantiamo l’attenzione sulla questione”, risponde Oneto. A costo zero. E a togliere i cartelli che ancora indicano il Museo che non c’è.
“Piange il cuore che si spenderanno 1milione e 700 mila euro per una pista ciclabile, quando si potrebbe invece recuperare un patrimonio storico importante”, commentano a lato i consiglieri Cinque stelle Andrea Cammalleri e Angelo Malerba.
Autore: Irene Navaro – irene.navaro@alessandrianews.it
Fonte: alessandrianews.ilpiccolo.net, 24 ott 2014
Info:
VILLA DEL FORO
– Area archeologica – Loc. San Damiano – Chiesetta di San Damiano (eremo di San Baudolino)
– Antiquarium – via Oviglio 10 – Villa del Foro (Al)