A fine dicembre, dopo la piena del Nilo e nel delicato momento della semina, si tenevano nell’Antico Egitto le feste di Khojak che duravano 18 giorni e che erano legate ai misteri di Osiride, dio che gli egiziani ritenevano avesse portato loro la civiltà e insegnato l’agricoltura.
Secondo il mito il dio venne ucciso dal fratello Seth che voleva impossessarsi del trono d’Egitto. Malgrado lo smembramento del suo corpo egli ritornò in vita grazie alle pratiche magiche della sorella-sposa Iside. Dopo la sua morte e rinascita Osiride divenne signore del mondo dei morti.
Nel tempio di Dendera una lunga iscrizione racconta come si svolgevano le celebrazioni di Khojak. Nei templi veniva preparato un simulacro del dio Osiride realizzato con terra proveniente dalle diverse regioni d’Egitto. Durante il giorno della luna nuova la figurina veniva seminata con orzo e grano e bagnata, e quindi veniva custodita per due settimane nel santuario. La produzione di germogli dalle figurine simboleggiava la rinascita della natura e, al contempo, la resurrezione di Osiride.
Durante le feste figurine simili venivano preparate in tutto l’Egitto per essere sepolte nei campi, e contenitori di legno ricolmi di terra e semi di grano, i cosiddetti “letti di Osiride”, venivano collocati nei giardini in onore del dio.
Nelle tombe venivano inserite piccole mummie impastate in argilla con semi di grano e orzo raffiguranti il cosiddetto “Osiride vegetante”, ossia l’Osiride che miracolosamente rinasceva come le spighe del grano. Altre volte le mummie del grano erano collocate in piccoli sarcofagi, oppure l’impasto di terra e semi veniva inserito nei mattoni di Osiride, nei quali erano incavate delle sagome del dio. Dopo un certo tempo dalla deposizione nelle tombe, i cereali iniziavano a germogliare e questa crescita, quasi miracolosa, rispondeva al desiderio del defunto di rinascere dopo la morte come Osiride.
In tutte queste forme il dio Osiride veniva onorato ed era concepito come la personificazione del grano stesso. Il dio che attraverso i raccolti propiziati nel mese di Khojak dava idealmente sé stesso in nutrimento al suo popolo.
Le piccole figurine dell’Osiride vegetante, che germogliavano nei campi o nelle tombe erano perciò vitali e tutt’altro che “mummificate”.
Autore: Marina Celegon