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RUSSIA. Ala-Tey, il tesoro di Tuva che riemerge dalle acque solo per poche settimane all’anno.

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Una sola volta all’anno e per soltanto tre o quattro settimane, riemerge un’isola chiamata Ala-Tey, scoperta per caso nel 2014, da un team di archeologi russi. Situata al confine con la Mongolia, nella Repubblica russa di Tuva, rappresenta, insieme ai vicini scavi di Terezin, una preziosa testimonianza dell’importanza che rivestivano le donne del popolo “Xiongnu”, una confederazione di tribù nomadi, abili guerrieri che abitavano l’Asia centrale dal III sec. a.C. al I d. C. Il sito quindi è rimasto sigillato ed inesplorato dall’Epoca di Gengis Khan.
russiaAla-Tey è un insediamento molto antico, stagionalmente viene ricoperto dalle acque del lago Sayan Sea, un bacino artificiale creato dallo sbarramento della diga di Sayano-Shushuneskaya, che circa alla fine di maggio è quasi completamente prosciugato, il che permette agli archeologi di riprendere a cercare i ricchi tesori che il fondale custodisce. Purtroppo, il tempo che gli studiosi hanno a disposizione è sempre troppo limitato, per cui appena il tempo dedicato alla ricerca finisce, a causa delle inondazioni, devono interrompere i lavori per riprenderli l’anno successivo.
Le necropoli, fino ad oggi rinvenute, hanno restituito ornamenti, armi, vari oggetti e alcune mummie fra cui quelle di due donne molto agghindate e ben vestite, il cui aspetto così ricco di accessori ha fatto pensare agli studiosi che queste signore fossero tenute in gran considerazione e rispetto all’interno della loro tribù, nonostante la società Hun non fosse matriarcale.
I nomadi usavano le cinture per custodirvi gli oggetti di uso quotidiano, i loro capi di abbigliamento erano privi di tasche e così tutto veniva appeso alle cinture che costituivano un elemento identificativo del rango sociale a cui la persona apparteneva.
russiaL’ultima scoperta è stata quella di una donna, chiamata “Sleeping Beauty”, dapprima ritenuta una sacerdotessa poi identificata come un’artigiana che lavorava il pellame. C’è anche la “Tessitrice” fra le mummie di donna ritrovate, chiamata così perché accanto al suo corpo è stato rinvenuto un cestino da cucito con all’interno un fuso in legno.
In totale sono state ritrovate 110 tombe e tra l’oggettistica ritrovata ha fatto scalpore la forma particolare di una fibbia realizzata con pietre preziose, madreperla, turchese, corniola e decorata con monete cinesi. Grazie a quest’ultime è stato possibile datare l’oggetto al 118 a.C. in quanto queste monete del tipo Wu Zhu, furono coniate dalla dinastia Han e perciò l’attribuzione della datazione è potuta essere così precisa.
La Tuva Archeological Expedition è guidata dalla Dott.ssa Marina Kilunovskaya che ha pubblicato, nel 2018 su Asian Archeology, la relazione di quanto trovato nella necropoli di Ala-Tey.
Si fa molto urgente il dovere di ritrovare quanto più possibile in quanto gli scavi saranno consentiti fino a che il livello delle acque lo permetterà perché i cambiamenti climatici in corso stanno procurando un aumento del limite massimo, oltre il quale l’isola verrà sommersa e sparirà per sempre.

Autore: Stefania Cirio

Fonte: www.mediterraneoantico.it, 16 mag 2020

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