In Spagna, dopo anni di ricerche, un team di studiosi ha affermato di aver scoperto il luogo dove avvenne la prima grande vittoria del generale cartaginese.
Un successo militare, reso possibile dal genio del condottiero, che amplificò la sua reputazione, aprendo la strada alla spedizione verso l’Italia, che portò Roma sull’orlo del collasso in quella che passò alla storia come Seconda guerra punica.
I fatti avvennero nel 220 a.C., due anni prima dell’attraversamento delle Alpi con gli elefanti, sul fiume Tago tra le città di Driebes e Illana, 80 chilometri a Est di Madrid, e si trattò di un successo insperato. Il 27enne cartaginese, riportano Tito Livio e Polibio, con soli 25 mila uomini e 40 elefanti da guerra sconfisse una coalizione iberica, formata da carpetani, vettoni e olcadi (popolazioni locali sottomesse dai punici) che contava fino a 100 mila soldati.
Gli storici dell’antichità parlavano di una zona non definita sul fiume Tago, ed ora gli studiosi sono riusciti a localizzare il luogo della battaglia che sancì il predominio punico sull’odierna Spagna.
Si tratta dei risultati dello studio “Datos históricos, arqueológicos y geológicos para la ubicación de la batalla de Ánibal en el Tajo“, condotto da un team interdisciplinare formato da archeologi e geologi. Impresa non semplice visto che con i suoi 1008 chilometri il Tago è il corso d’acqua più lungo della Penisola Iberica.
Dalle sorgenti nella Sierra de Albarracín in Aragona, il fiume, dopo aver attraversato Toledo e poi il Portogallo, si apre nel suo grande estuario e sfocia nell’Oceano atlantico, presso Lisbona.
Lo studio entra nel dettaglio e spiega che le truppe di Annibale sarebbero cadute in un’imboscata mentre tornavano a Cartagena, dopo aver conquistato Helmántica, l’odierna Salamanca. Furono i carpetani approfondisce El País, “che conoscevano alla perfezione la zona” a decidere il luogo dell’agguato, spiega Emilio Gamo Pazos autore dello studio e archeologo del Museo Nazionale di Arte romana. Le truppe dei confederati iberici assaltarono i cartaginesi, ma il vantaggio iniziale dato dall’elemento sorpresa e dalla superiorità numerica venne ribaltato dall’astuzia del generale.
Annibale, evitando lo scontro frontale, finse una ritirata e fece innalzare rapidamente delle fortificazioni costringendo gli attaccanti ad attraversare il fiume e a combattere in alcuni stretti guadi del Tago. Accalcati e trascinati dalla corrente d’acqua, gli iberi vennero travolti dalla cavalleria punica o calpestati dagli elefanti da guerra. Gli attaccanti si trasformarono poi in difensori, quando Annibale decise di passare al contrattacco mettendo in fuga i nemici.
Gli studiosi sono arrivati alla localizzazione dell’antico campo di battaglia unendo le indicazioni fornite da Livio e Polibio, insieme ai moderni studi geologici che hanno calcolato, considerando le vie di comunicazione coeve e la necessità di spostare 40 elefanti, il percorso più logico che l’esercito di Annibale avrebbe intrapreso per tornare a Cartagena.
A confermare la scoperta, il ritrovamento dei resti di alcune fortificazioni e di un fossato utilizzati probabilmente da Annibale in quell’occasione.
Autore: Francesco Consiglio
Fonte: www.repubblica.it, 1 mag 2020