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TREVIGLIO (Bg). Tombe romane in una cava.

treviglio

Una necropoli romana nascosta nella campagna di Treviglio e venuta alla luce per caso durante i lavori di ampliamento della cava Nct, in via Bergamo. Un tesoro archeologico inimmaginabile, su cui per mesi si è mantenuto il più ferreo silenzio.
Sino a qualche anno fa la pianura bergamasca era ritenuta poco intrigante dal punto di vista archeologico. I ritrovamenti in realtà non sono mai mancati e si sprecano le storie di tombaroli «fai da te» che lungo qualche roggia o in un campo hanno portato alla luce vasi o lapidi. L’ultimo caso a Pagazzano, con la consegna alle autorità di cassette piene di frammenti di terracotta.
Nella Bassa, però, sembrava non ci fossero siti rilevanti anche a causa della conformazione idrogeologica. La falda che scorre a poca profondità e spesso risale in superficie faceva pensare che poco di quel lontano passato potesse essere rimasto integro. A cambiare la percezione del territorio, invece, i cantieri delle grandi opere aperti tra il 2009 e il 2014 che hanno evidenziato una realtà diametralmente opposta.
Lungo i tracciati di Tav, Brebemi e delle decine di raccordi e tangenziali al loro servizio sono spuntati 44 siti con migliaia di reperti e intere necropoli che coprono un periodo che va dall’età del bronzo fino ai Longobardi. Una massa di reperti, alcuni di grande rilievo come la situla etrusca (una coppa in bronzo del V secolo avanti cristo), che ha portato alla creazione del Museo archeologico delle grandi opere (Mago), nel castello di Pagazzano, per esporne almeno una parte. In questo nuovo scenario una delle scoperte più significative fu proprio una necropoli romana a Masano, frazione di Caravaggio, ricca di 55 sepolture.
Ora arriva la notizia che un sito simile è venuto alla luce anche a Treviglio, lungo l’ex strada statale 11, nell’area di espansione della cava al confine con Arcene. Durante i mesi scorsi, la Nct ha iniziato le operazioni di abbattimento di un vecchio cascinale e già lì gli operai si sono resi conto che sotto le fondamenta della cascina ottocentesca c’erano le tracce sovrapposte di almeno altre due costruzioni ben più antiche.
Nella corte del cascinale era piantato un grande gelso che, per la sua bellezza, è stato salvato dai lavori di demolizione. Quando poi le ruspe hanno iniziato a scavare nei pressi della pianta hanno iniziato a emergere le prime tombe. Immediatamente la proprietà ha avvertito la Soprintendenza dei beni archeologici di Brescia che è intervenuta per un sopralluogo.
Le sepolture portate alla luce sono state datate al II e III secolo dopo Cristo, in piena epoca imperiale. Al loro interno sono state ritrovati suppellettili, monili e anche monete d’oro. Novità assoluta, gli archeologi hanno rinvenuto degli scheletri umani completi. Una rarità per la zona proprio per il problema della falda. La proprietà della Nct ha deciso di finanziare lo scavo, che è proseguito per tutta l’estate.
Sul ritrovamento, però, si è deciso di mantenere il più stretto riserbo fino a quando i reperti non fossero al sicuro. Ora che lo scavo è ultimato sarà illustrato agli studenti nell’ambito del Cava day, la manifestazione annuale che Confindustria Bergamo organizza per far conoscere ai ragazzi la realtà delle ditte escavatrici. Cinque scolaresche di Treviglio si alterneranno tra cava e necropoli. Quest’ultima sarà illustrata dalla professoressa Barbara Oggionni, che già negli anni passati si era occupata della centuriazione della campagna trevigliese in epoca romana.

Autore: Pietro Tosca

Fonte: www.bergamo.corriere.it, 23 ott 2019

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