Una grande statua raffigurante il faraone Ramses II il Grande è riaffiorata durante uno scavo in un’area a venti chilometri dalle Piramidi di Giza, a sud-ovest della capitale egiziana del Cairo. Pensare che lo scavo era persino clandestino, perché non autorizzato. Un uomo si era messo a scavare sotto casa senza permesso e ha intercettato il reperto.
La notizia, che sta avendo un’eco mediatica internazionale, è stata annunciata dal Ministero delle Antichità, che ha definito la scoperta «rara» e «storica». È, infatti, il primo busto del genere portato alla luce vicino alle piramidi di Giza.
A riemergere dalla terra è un busto-ritratto in granito rosa del leggendario faraone, considerato dagli storici, forse, il più grande di tutti i sovrani dell’antico Egitto, sicuramente il più longevo visto che il suo regno è durato sessantasette anni (collocabili presumibilmente fra il 1279 e il 1212 a.C.), lasciando in eredità un paese ricco e potente.
Un’altra particolarità è che sul busto di Ramses II è inciso il simbolo «Ka» dell’antica mitologia egizia che rappresenta l’anima di una persona o di un dio che continua a vivere in una statua dopo la sua morte. Secondo gli archeologi è la prima volta che questa iscrizione viene identificata in una scultura. Il busto, alto 105 centimetri, è stato trovato da una squadra di archeologi del Ministero in una proprietà privata a Mit Rahina, non lontano dall’antica città di Menfi.
La scoperta è avvenuta per puro caso. Sullo sfondo della vicenda, infatti, c’è la “solita” storia di uno scavo clandestino. Come riportano le agenzie locali, un uomo di 62 anni aveva deciso di scavare, senza permesso, sotto la sua casa nel villaggio di Mit Rahina. Le autorità pubbliche sono intervenute, dopo aver appreso dell’operazione illegale, ed hanno arrestato l’uomo nello scorso mese di novembre ma poi hanno deciso di continuare gli scavi dopo aver notato alcuni interessanti affioramenti dal terreno.
Di lì è cominciata l’impresa ufficiale di indagine archeologica che ha riportato alla luce fior di sorprese. Con grande stupore, gli archeologi del Consiglio superiore delle antichità egizie hanno fatto una serie di sorprendenti scoperte di reperti. I ricercatori hanno portato alla luce anche i resti di un tempio sconosciuto dedicato a Ptah, il dio degli artigiani, dei costruttori e della fertilità. Secondo gli studiosi, Ptah nella città di Menfi era venerato come “il Maestro degli Uomini”.
Ed è da questo contesto che è stata intercettata la possente statua del faraone scolpita in un raro granito rosa. Solo la parte superiore della statua è stata trovata intatta mentre il resto è in frammenti. La parte della statua intatta è alta 1,05 metri ed è larga 45 cm.
Moustafa Waziri, segretario generale del Consiglio superiore delle Antichità egizie, ha precisato che la statua immortala Ramses II nella posa di “Elka”, «simbolo di forza, vitalità e spirito». Ramses il Grande indossa una parrucca ed una grande corona. Gli esperti sono stati in grado di identificare la statua con il mitico faraone poichè un’incisione di Nakht Mari Matt, un epitaffio associato a Ramses, che significa «forte toro», è stata trovata incisa sul retro della scultura.
Fonte: www.ilmessaggero.it, 28 dic 2019