Nel corso di uno scavo per la costruzione di un fabbricato civile, nella primavera del 2019 sono emerse pietre di grandi dimensioni che sono state riconosciute come parte di una struttura megalitica. Il sito è adiacente alla strada cantonale Bellinzona-Biasca-S.Gottardo, a breve distanza dall’uscita “Bellinzona Nord” dell’autostrada. E’ stato condotto uno scavo da parte di Maresca Federici e Mattia Gillot, incaricati dall’autorità archeologica nazionale svizzera. Lo scavo, iniziato nel mese di giugno, si è protratto fino all’inizio di settembre, prima di chiudersi momentaneamente.
Lo scavo ha permesso di portare alla luce una serie di massi di medie dimensioni apparentemente disposti in modo caotico. Fra essi,tre massi di grandi dimensioni e peso (fra le 3 e le 5 tonnellate) si sono rivelati essere dei menhir molto rozzamente sagomati, ora posti in posizione orizzontale. Gli alloggiamenti originali, con le relative pietre di rincalzo, sono stati bene individuati.
Alcuni piccoli massi parzialmente sagomati erano inizialmente eretti al centro di piccoli cerchi di pietre; uno di questi ha una forma vagamente umana mentre un secondo ha forma semplice piatta. Su quest’ultimo masso è stata notata una colorazione rossastra, inizialmente intesa come propria di un componete minerale; in un secondo tempo è stata ipotizzata la presenza di resti di una colorazione intenzionale.
La presenza di resti carboniosi e di frammenti ceramici ha consentito di datare il sito al 2500 a.C..
Il complesso megalitico mostra successivamente un periodo di abbandono, cui è seguita una ripresa di frequentazione nell’Età del Ferro. In quel periodo storico, diversi massi di medie dimensioni sono stati spostati, alcuni a formare un muro rettilineo.
L’insieme del sito sembra avere ricoperto funzioni sacre e cerimoniali che è probabile siano resistite nel territorio anche per lungo tempo. Nelle vicinanze di Claro sono note piccole necropoli risalenti all’età del Ferro. Sopra all’abitato, incombente sul sito archeologico, è presente una cappellina che farebbe pensare ad una continuità cultuale della zona durante l’epoca cristiana.
Tutti i massi giudicati di particolare interesse sono stati estratti dal sito e messi al sicuro poco distante. Sono tenuti a disposizione di alcuni specialisti della Svizzera interna che, utilizzando particolari attrezzature tecniche, potranno stabilire la presenza o meno di tracce di coloranti e di eventuali incisioni.
La ripresa dello scavo è prevista per la prossima primavera.
Fonte: Società Archeologica Comense, 20 nov 2019