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GRECIA. La più grande acropoli micenea.

boezia

Nuovi importanti resti architettonici e manufatti, risalenti al culmine della Civiltà micenea (circa 1250 a.C.), sono stati portati alla luce in scavi sull’Acropoli di Gla, in Beozia, dalla Società Archeologica di Atene, sotto la guida di Helen Koundouri, capo della Direzione delle Antichità Preistoriche e Classiche del Ministero della Cultura e dello Sport greco, nell’ambito di un progetto quinquennale che include indagine di superficie, ricerca geofisica e di scavo.
L’insediamento miceneo di Gla, una piccola isola a nord-est del Lago Copaide, è stata fondata nel XIII secolo a.C. contemporaneamente al prosciugamento del lago, una delle opere tecniche più impressionanti della preistoria greca.
L’insediamento conserva la più grande acropoli micenea, ampia ben sette volte l’area di Micene, interpretata dallo studioso Spyridon Iakovides come una fortezza e un centro operativo tecnico e finanziario per le opere di drenaggio, nonché una stazione per la raccolta e la lavorazione dei prodotti agricoli della regione.
greciaLa sua posizione strategica ha permesso di sorvegliare l’intera pianura circostante, in particolare la sua parte orientale, oltre ad avere un rapido accesso al Golfo di Eubea, facilitando così le comunicazioni via mare.
Le caratteristiche peculiari di Gla non ricordano né un sito di palazzo, con le sue varie sezioni e numerosi ambienti lineari, né un’acropoli micenea nel senso tipico del termine. Questa osservazione, derivante dagli studi su solo il 30% della superficie dell’acropoli occupato da rovine in un’area complessiva di quasi 20 ettari, ha creato una serie di preoccupazioni per quanto riguarda il carattere di Gla, il suo ruolo nella politica della Beozia settentrionale e soprattutto la sua relazioni con Tebe e Orchomenòs.
Queste perplessità hanno invitato a riavviare gli scavi sull’acropoli di Gla nel 2018, dopo un intervallo di venti anni.
I risultati del 2018 e del 2019 sono stati particolarmente incoraggianti. Nella parte nord-ovest, sud-ovest e sud dell’acropoli sono venuti alla luce cinque grandi nuovi complessi di edifici disposti simmetricamente su un asse e completando in modo significativo la pianta dell’occupazione dell’acropoli.
greciaI manufatti rinvenuti sono vasi ceramici tipici del periodo miceneo, dai tipici vasi biansati, agli skyphoi, a hydriai, a kýlikes, ad askoi, fino a utensili da cucina; sono stati trovati anche frammenti di dipinti murali, vasi in piombo e frammenti di statuette antropomorfe micenee, a conferma dell’esistenza di una tradizione culturale e artistica comune e familiare durante i tempi di un’espansione micenea molto diffusa.
In particolare, nel 2019, sono stati condotti scavi sul lato ovest e sud dell’acropoli. Il team di ricerca ha proseguito nella scoperta di un complesso monumentale già venuto alla luce nel 2018. Il complesso è posto su un altopiano naturale sulla cima di un arce collinare troncoconico nella parte sud-occidentale dell’acropoli. È composto da sei edifici indipendenti, ciascuno delle dimensioni di circa 8,60 × 27,70 metri, con un orientamento est-ovest e linee di costruzione comuni. Ogni unità occupa un’area di circa 240 mq ed è diviso da muri in pietra con sezioni uguali e separate.
Sono inoltre iniziate le ricerche su nuovi edifici che hanno prodotto importanti risultati riguardanti l’architettura, la stratigrafia, la datazione, nonché informazioni sulla conservazione e sulla natura degli spazi. Spiccano tra i manufatti, grandi lastre di piombo e vasi micenei con decorazioni dipinte coerenti con i reperti di precedenti scavi realizzati sull’acropoli. Una scoperta insolita è stata quelle di una doppia ascia completa in bronzo, probabilmente nascosta come preziosa, forse in un momento di crisi durante gli anni della caduta dei palazzi micenei.
A differenza di altre grandi acropoli micenee, Gla presenta un progetto architettonico uniforme chiaro e raro: le fortificazioni e gli edifici dell’acropoli sono stati costruiti nello stesso periodo, intorno alla metà del XIII secolo a.C. Per ragioni ancora sconosciute, tutti questi edifici sono stati abbandonati intorno alla fine del XIII secolo a.C. e sembra che gli abitanti portarono via la maggior parte della loro cultura materiale, sottomettendosi al destino di altre unità del palazzo miceneo.
Gli scienziati e i ricercatori di diverse specialità hanno partecipato e partecipano al progetto che include lo studio e l’analisi dei materiali strutturali degli edifici, uno studio geologico e una mappatura tecnica e geologica dell’acropoli e dei suoi dintorni. Sono stati inoltre analizzati e valutati i dati zoo archeologici e archeobotanici, con l’obiettivo di riprodurre la vita quotidiana, la struttura dell’insediamento e la sua entità economica. Sono stati anche prelevati campioni di sedimenti per l’analisi micromorfologica per interpretare e comprendere il modo in cui sono stati creati i vari depositi archeologici.

Autore: Daniele Mancini

Fonte: www.danielemancini-archeologia.it, 9 nov 2019

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