Torre Ovo è una tipica località balneare a poca distanza da Campomarino di Maruggio, a più di mezz’ora da Taranto: qui è ubicato un sito di interesse mondiale dove molti appassionati si riuniscono per un’immersione subacquea alla ricerca di una spiegazione sulle origini della cosiddetta Foresta pietrificata. E non solo. Perché, qui sono presenti anche numerose testimonianza di quel che fu l’antico porto greco-romano del Mediterraneo.
In tanti concordano sul mistero del porto greco-romano e della Foresta pietrificata, date le origini ancora incerte di quest’ultima.
La foresta pietrificata di Torre Ovo è sita ad una profondità tra i cinque e i sette metri nell’omonima baia a forma di uovo. Qui, formazioni affascinanti e misteriose sono forse derivate dall’azione di microrganismi scavatori del sedimento argilloso che hanno poi resistito all’erosione dell’immersione in mare.
Secondo le ipotesi di taluni studiosi, si tratterebbe di tane costruite da conchiglie bivalvi, gasteropodi che 2 milioni di anni fa circa, erano gli abitanti del fondale. Questi animali avrebbero scavato nel fondo le loro tane e nello scendere, hanno compresso l’argilla in cui si trovavano.
In realtà, se ne sa ancora molto poco.
Addirittura, i tronchi e i rami così sono ancora visibili e alcuni di essi sono ancora in posizione eretta. La meraviglia è assicurata!
La Foresta Pietrificata rimane senza dubbio un’attrazione naturale incredibile che non manca di lasciare senza fiato chiunque si immerga in questa suggestiva conca sottomarina.
Il mistero del porto greco-romano e della Foresta pietrificata prosegue con i resti di un insediamento risalente intorno al IV sec. a. C. dove approdavano le navi provenienti da tutta l’area del Mediterraneo.
Numerosi sembrano infatti essere i frammenti di ceramica a vernice nera appartenenti a vasi e brocche ritrovati in questa baia, il che fa pensare ad una comunità evoluta.
Nelle vicinanze si estende anche una necropoli.
Il mare ha restituito alcuni blocchi di pietra e tufo appartenenti, probabilmente alle rovine di una città chiamata Civitavecchia, vi sono anche alcune tracce di un edificio di culto, per la presenza di una metopa con iscrizione greca.
Al largo di Torre Ovo, ad una decina di metri di profondità, vi sono ancora i resti di una nave greca che conservava anfore corinzie.
Non mancano persino i ritrovamenti di una villa romana, della quale il visitatore attento potrà scorgere i resti di un pavimento in mosaico ed alcune parti delle antiche murature.
Possiamo ammirare questo spettacolo grazie al video di Andrea Carro alle foto di Paolo De Vizzi, atleta diversamente abile che, per 51 ore e 56 min a 10 metri di profondità, a Santa Caterina di Nardò nel 2016 è riuscito a stabilire il nuovo record mondiale assoluto di permanenza subacquea con erogatori.
Attraverso la sua immersione possiamo ammirare, in questi scatti, un mondo sommerso tutto da scoprire nelle nostre acque cristalline .
Fonte: www.madeintaranto.org, 8 giu 2019