Çatalhöyük, nell’Anatolia centrale, in Turchia, è un importante insediamento preistorico, abitato tra il 7100 a.C. e il 5600 a.C. dalle prime popolazioni di agricoltori del continente.
Ora i ricercatori del Max-Planck-Institut, della Freie Universität di Berlino e dell’Università di York hanno analizzato il vasellame scoperto nel sito e sono riusciti a ricostruire a grandi linee la dieta dei suoi abitanti: come si legge su “Nature Communication” era a base di cereali, legumi, prodotti caseari e carne.
I frammenti di terracotta studiati provengono dalla parte ovest del sito archeologico, e sono datati 5900-5800 anni prima di Cristo, quindi all’ultimo periodo della sua occupazione. Gli autori hanno analizzato in particolare i residui calcificati all’interno di ciotole e vasi con una tecnica d’identificazione delle molecole chiamata proteomica shotgun, che ha permesso di distinguere i diversi tipi di proteine che erano contenute nei cibi.
È così emerso per esempio che i prodotti caseari derivavano dal latte di ovini, caprini e anche di bovini. I resti di cibo di origine animale non derivati dal latte hanno la stessa origine, con l’aggiunta di cervi. Nel caso dei cibi di orgine vegetale, vi erano cereali come orzo e frumento, e legumi come piselli e veccie (simili alle fave).
Ad attirare le attenzioni dei ricercatori è stato in particolare un vaso in cui erano presenti solo tracce di proteine che si trovano solo nel siero (la componente liquida) del latte. “Ciò è particolarmente interessante perché indica che gli antichi occupanti del sito probabilmente usavano metodi di produzione casearia per separare la cagliata e il siero dal latte fresco, e che avevano un contenitore speciale dove tenere in seguito il siero”, ha dichiarato Jessica Hendy, ricercatrice del Max-Planck-Institut e coautrice dello studio. ”L’ulteriore ipotesi è che usassero il siero per altri scopi dopo che la cagliata era stata separata”.
Questi risultati dimostrerebbero quindi che in questa regione le popolazioni lavoravano il latte già nel VI millennio a.C., utilizzando quello di varie specie animali.
Tuttavia, a causa dei limiti metodologici della tecnica di analisi utilizzata, queste scoperte non coprono l’intera dieta degli antichi agricoltori, che probabilmente era ancora più ampia. Gli approcci proteomici “shotgun” utilizzati dai ricercatori, infatti, sono fortemente dipendenti dai database delle sequenze di riferimento e molte specie vegetali non sono presenti, o solo limitatamente, nei database disponibili. “Un aspetto importante del lavoro futuro dovrà essere l’espansione di questi database con più sequenze di riferimento” ha concluso Hendy.
Fonte: www.lescienze.it, 4 ott 2018