Il “ponte romano”, il famoso “Puint di Piere“, rischia la copertura. I lavori per la realizzazione della “bretella” di Porpetto sono ormai ad un metro dal manufatto che rischia di essere sepolto per sempre sotto i materiali di costruzione della rotatoria: scarti di lavorazione di fonderia certificati.
Il sindaco Andrea Dri ha interessato la dottoressa Ventura della Soprintendenza (peraltro già a conoscenza della vicenda a seguito dell’articolo del Messaggero Veneto) che ha chiesto una sollecitazione di conservazione per effettuare sondaggi di scavo sul manufatto, cosa che l’amministratore ha richiesto. La Soprintendenza si è dimostrata sensibile, pur premettendo che bloccare un’opera di quel genere o spostarne il tracciato, a questo punto dei lavori, risulta difficile. Va detto che il progetto aveva avuto il parere paesaggistico negativo della Sovrintendenza di udine e positivo della Soprintendenza regionale. La dottoressa Ventura ha comunque rimarcato che oltre a capirne l’origine storica si cercherà di fare delle verifiche.
Di questo si è ampiamente parlato durante la serata tenutasi giovedì sera a Porpetto su “Presenze romane a Porpetto”, organizzata dalle Associazioni Ad Undecimum e Nesos, dove si è anche ricordato come la storia del “ponte romano2 sia diventata oggetto di confronto a livello nazionale sul sito “Amanti di Storia Romana” che si occupa di archeologia romana, grazie alle foto e alla discussione avviata da Lorenzo Vazzoler di Ad Undecimum.
Il ponte presenta una ampia struttura pesante e compatta, ed è costituito da un’unica campata ad arco semcircolare che poggia su una serie di blocchi di pietra squadrati. Largo circa 2,60 metri, vede la volta formata da conci di forma semicircolare in parte crollata che lo faceva raggiungere i 3 metri. Il piano viabile, posizionato sopra l’arco, è riferibile ad un antico percorso stradale Sud-Ovest, Nord-Est di cui si intuisce il tracciato facendo riferimento alla suddivisione dei terreni.
Come ha rilevato il ricercatore Marco Zanon, la datazione del ponte ha due correnti di pensiero: la prima legata alla costruzione del manufatto che risulta romana, la seconda che potrebbe essere di epoca medievale, ma costruito con pietre derivanti dal sito romano vicino. Un sito di pregio che Zanon ipotizza possa essere appartenuto a un personaggio importante dove sono stati rinvenuti laterizi con marchio Q. Clodi Ambrosi, che reca l’immagine di un asinello: questo marchio si trova solo a Roma. Questo porterebbe a dire che il ponte è romano.
Sulla vicenda è intervenuto anche il portavoce del comitato del Friuli Rurale, Adelvis Tibaldi, che ha minacciato esposti “se questo caposaldo storico del paese di Porpetto, verrà sepolto”.
Autore: Francesca Artico
Fonte: www.messaggeroveneto.gelocal.it, 9 dic 2017