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ARTEGNA (Ud). Mistero altomedievale: trovata la tomba della bimba a mani giunte.

Potrebbe diventare uno dei parchi archeologici più importanti dell’Alto Medioevo nell’Italia Settentrionale e costituire per il Friuli Venezia Giulia un polo di attrazione turistica di primo piano assieme ad Aquileia e Cividale per quanto riguarda i periodi storici compresi tra l’Età romana e il Medioevo. Vi si gode di una vista privilegiata, quasi a trecentosessanta gradi, sulla pianura friulana e sulle colline moreniche da Tarcento fino a Ragogna, compreso il corso del Tagliamento nel suo sbocco sulla pianura.
Stiamo parlando di Artegna e in particolare del Colle di San Martino, altura collinare di circa duecento metri di altitudine su cui sono in corso da quasi quindici anni, in particolare dal 2003, scavi che hanno portato alla luce significative tracce della storia passata.
L’ultima scoperta risale solo a qualche settimana fa e ha per oggetto una sepoltura riconducibile al periodo altomedievale, dentro la quale è stato rinvenuto lo scheletro, probabilmente di una bambina, rannicchiato in posizione fetale e con le mani giunte. Questa sepoltura, che ora è al vaglio degli studi di esperti dell’università degli Studi di Udine per una più precisa datazione, è stata ritrovata in un punto insolito per una tomba e apporta nuovi elementi importanti per comprendere una delle fasi di vita del colle, che presenta diversi aspetti di eccezionalità durante il suo articolato sviluppo.
È per questi aspetti che l’amministrazione comunale di Artegna ha fin da subito appoggiato e sostenuto attivamente gli scavi sul colle, che ha ricevuto in concessione con questo obiettivo dalla Soprintendenza Archeologica e che in questa fase, che si concluderà a fine novembre, sono diretti dall’archeologo Luca Villa: «C’è stata una continuità anche nel passaggio di testimone tra le diverse amministrazioni – dice il sindaco Aldo Daici – nell’opera di scavo e valorizzazione del sito, che è diventato un punto di riferimento importante per il senso di appartenenza della nostra comunità dal punto di vista culturale».
Tracce della presenza dell’uomo sono documentate sul colle fin dall’Età del Ferro e in epoca tardo repubblicana e imperiale l’altura acquista una funzione specifica, quando i romani stavano sviluppando la loro presenza dal punto di vista viario, economico e militare su questa porzione di territorio: «L’insediamento – dice l’archeologo Villa – nasce in un punto di snodo nel quale si collegano tre percorsi che conducevano verso il Norico (l’Austria) attraverso la via Julia Augusta, ovvero Aquileia, Forum Julii (Cividale) e Concordia».
artegna 2Godeva già di una funzione strategica non indifferente. Ma è per quanto riguarda l’età tardo antica e altomedievale che il “sito d’altura” – menzionato per la prima volta come castrum Artenia dallo storico dei longobardi Paolo Diacono – ha restituito i resti più interessanti durante le operazioni di scavo.
Sono riemerse le imponenti mura del fortilizio per una buona porzione di altezza e persino la porta d’ingresso, che è quasi un unicum: «Non è facile rinvenire situazioni di questo tipo – dice l’archeologo Roberto Micheli, che vigila per conto della Soprintendenza sui lavori – le mura e la porta, ritrovata persino con cardini e chiavi, si sono conservate bene grazie a un deposito che le ha protette anche in altezza».
Ora i passi successivi per la valorizzazione al termine degli scavi di questo centro d’altura, che ha tutte le potenzialità per diventare uno straordinario e ben conservato punto di riferimento per l’epoca tardo antica e alto medievale in Italia settentrionale, comportano altri investimenti e necessitano di alcuni passaggi formali.
«L’ultimo importantissimo rinvenimento – dice l’assessora alla cultura Beatrice Rinaldis – conferma la validità della proposta che la nostra Amministrazione comunale sta portando all’attenzione dei referenti regionali per la definizione e costituzione di un “Parco archeologico” che declini, all’interno di un unico progetto, valenze archeologiche, storiche, culturali e ambientali».

Autore: Melania Lunazzi

Fonte: www.messaggeroveneto.gelocal.it, 6 nov 2017

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