Oltre 60 anni dopo i primi scavi a Qumran, gli archeologi israeliani hanno annunciato di aver identificato una dodicesima grotta che ritengono contenesse dei Manoscritti del Mar Morto, almeno fino a quando venne saccheggiata alla metà del XX secolo.
Dentro non vi era infatti alcun rotolo, tuttavia sono stati rinvenuti un piccolo brandello di pergamena in un vaso e frammenti di almeno sette giare, di tipologia identica a quella delle altre grotte di Qumran.
«Non c’è dubbio che questa sia una nuova grotta coi Rotoli», ha dichiarato Oren Gutfeld, archeologo a capo dello scavo, a The Times of Israel. «Solo che i Rotoli non ci sono».
Insieme ai resti antichi sono stati trovati dei picconi degli anni ’40 – la prova che i tombaroli beduini scavarono nella grotta.
Lo scavo è stato condotto dall’Università Ebraica di Gerusalemme con la collaborazione di Randall Price e degli studenti della Virginia’s Liberty University.
«Questo scavo emozionante è il punto più vicino alla scoperta di nuovi Rotoli del Mar Morto in 60 anni», dice Gutfeld. «Finora, era accettata l’idea che i Rotoli provenissero solo da 11 grotte a Qumran, ma ora non ci sono dubbi che questa sia la dodicesima». Allo stesso tempo, continua Gutfeld, ciò significa che «non possiamo più essere certi che i luoghi originali (le grotte numerate da 1 a 11), [noti grazie] ai beduini, siano accurati».
I Rotoli rappresentano oltre 900 documenti storici e religiosi ebraici, inclusi testi della Bibbia Ebraica, e lavori filosofici da parte dei membri della comunità vissuta a Qumran all’epoca del Secondo Tempio. I vari Rotoli e frammenti sono identificati in base alla grotta dove sarebbero stati conservati nel corso dei secoli. La scoperta della nuova caverna rimette però tutto in dubbio. «Come possiamo essere sicuri che provengano solo da 11 grotte? Di sicuro ce n’erano 12, e forse di più», ha detto Gutfeld.
Tra le altre scoperte nella nuova grotta, rinominata ora Q12, ci sono una striscia di cuoio per legare i rotoli e una stoffa per avvolgerli. Ma anche lame di selce, punte di freccia e un sigillo in corniola; tutte indicano l’occupazione della caverna fin dal Neolitico e dal Calcolitico.
Gli esperti del Laboratorio dei Rotoli del Mar Morto di Gerusalemme non hanno trovato alcuna scrittura sul frammento di pergamena, ma produrranno delle immagini multispettrali del manufatto per rivelare qualunque inchiostro invisibile a occhio nudo.
Lo studio della Q12 fa parte dello scavo sistematico delle grotte del deserto della Giudea che potrebbero contenere altri rotoli, nel tentativo di prevenire eventuali saccheggi. Questa è stata solo la prima del suo genere nel nord del deserto della Giudea. L’autorità Israeliana per le Antichità aveva lanciato questo ambizioso progetto a novembre. La scorsa estate, infatti, gli archeologi avevano scavato la Grotta dei Teschi nella Valle di Zeelim dopo che erano stati beccati alcuni ladri.
Nei prossimi mesi Gutfeld e la sua squadra indagheranno altre grotte nella regione per determinare dove scavare ancora.
Fonte:
Times of Israel, Università Ebraica di Gerusalemme
da www.ilfattostorico.com, 10 feb 2017