Crolla la gradinata del teatro greco romano di Portigliola. Sono stati i recenti eventi alluvionali a causare gli smottamenti che hanno danneggiato tutta la parte centrale delle postazioni costruite nel VI o III secolo avanti Cristo dai Greci di Locri.
Una ferita che si aggiunge alle tante di questi giorni: strade, case, ponti, muri di contenimento ed ora anche i siti archeologici.
La Calabria va in pezzi, tanto che il dissesto idrogeologico è divenuto oggi la prima preoccupazione per Ministero dell’Ambiente e Parco nazionale d’Aspromonte. Ma dello “sfasciume pendulo sul mare” si era parlato già qualche anno fa…
«Veda che lei è stata ripresa dalle telecamere mentre saliva su un muretto» mi apostrofa uno dei custodi del sito «L’ho vista dall’ufficio». Ed io sorrido, immaginando questi guardiani tanto solerti da non accorgersi che un tesoro, patrimonio di tutti, stava andando in pezzi.
Porte chiuse nel pomeriggio, anche alle telecamere di Rai Tre, che si arrangiano con delle immagini girate da fuori. C’è aria tesa attorno a noi, perché questa notizia non doveva essere data, o almeno non così, non così in fretta.
Ma noi non cerchiamo processi, né capri espiatori. Noi vogliamo che non ci crollino più muri in testa, né terra sotto i piedi, né che le bellezze della nostra Locride (tutte quelle che non sono riusciti a trasportare a Reggio) vengano salvaguardate.
«Vede quelle rovine oltre il cancello? – rispondo all’uomo che mi aveva rimproverato – Non le appartengono, anche se tiene in mano le chiavi. Anche se non ci permette più di entrare. Non sono né sue, né della Soprintendenza. Sono nostri, di noi cittadini della Locride, degli italiani».
È stato il sindaco di Portigliola, Rocco Luglio, a sollecitare l’intervento di Alfredo Ruga, responsabile di Soprintendenza Archeologia della Calabria, e di Salvatore Patamia, responsabile del servizio Affari generali bilancio e programmazione per la Soprintendenza. Tutti d’accordo sul fatto che la procedura per gli interventi di ripristino debba essere snellita, velocizzata.
Il sito infatti, fortemente instabile a causa della frana, rischia di essere danneggiato ulteriormente da eventuali eventi alluvionali.
Portigliola è un Comune che vive di questo teatro grazie alle rassegne organizzate ogni estate dall’Amministrazione; e il teatro rivive con la gente di Portigliola che lo anima di vero, e di antico, tra i colori delle maschere e le luci soffuse dei ceri alla citronella.
Una simbiosi a cui l’Amministrazione guidata da Rocco Luglio non intende rinunciare, tanto da rendersi disponibile ad ogni tipo di intervento, anche economico, se fatto in modo rapido e teso ad evitare ulteriori danneggiamenti.
È la ferita di Kaulon inghiottito dal mare, dei Bronzi trasferiti Reggio, della Persefone trafugata a Berlino, degli accertamenti frettolosi fatti ad Africo, quando, nel 2012, una testa di leone spuntò fuori dal mare.
La storia è sempre la stessa e la frana, che ha strappato via parte del teatro, dovrebbe essere caduta almeno una settimana fa ma solo oggi si apprende la notizia. Ci auguriamo venga fatta chiarezza.
Sarà Rossella Agostino, della Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria, a spiegare mercoledì alla stampa lo stato delle cose.
Nel frattempo, speriamo che non piova.
Autore: Antonella Italiano
Fonte: www.corrierelocride.it, 6 febbraio 2017