Sorprendente scoperta, fatta pochi mesi fa nei pressi della Stazione, dove sono emerse progressivamente le porzioni di quello che alla fine si è rivelato essere un importante varco di accesso alla città, che si aggiunge alla porta già nota e visibile nello stesso tratto murario, poco più a nord, individuata come “Porta Romana chiusa” nella pianta del Vandi del 1753. La porta è rimasta a lungo nascosta.
Nel corso dei lavori è apparso prima lo stipite sinistro, poi la sporgenza di un basamento in pietra che mostrava all’interno l’incasso per l’inserimento del cardine del portone che chiudeva l’accesso alla città. Quindi la soglia in pietra e, successivamente, lo stipite destro, che ha consentito di misurarne con certezza la luce interna, pari a oltre tre metri e mezzo.
Sono stati poi ritrovati e ricollocati in situ tutti gli altri conci lapidei scolpiti per la porta (utilizzati nelle diverse ricostruzioni e riparazioni effettuate nel tempo) compresi quelli dell’imposta dell’arco, con la stessa lavorazione del basamento. L’intervento di restauro, consolidamento e valorizzazione della cinta muraria è stato finanziato per 8 milioni di euro con fondi assegnati alla Regione Abruzzo e quindi al Comune dell’Aquila.
“Un altro segnale concreto e visibile dell’attuazione del corposo programma di restauro e recupero del patrimonio culturale cittadino avviato negli anni scorsi dalla Direzione regionale e dalle Soprintendenze”, afferma Alessandra Vittorini, che dirige oggi la nuova Soprintendenza Unica Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila e del cratere.
Fonte: http://www.quotidianoarte.it, Giovedì 14 maggio 2015