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U.S.A. Perché gli scimpanzé non giocano a baseball.

Quando si lancia un oggetto, il braccio e la spalla immagazzinano temporaneamente un’enorme quantità di energia, consentendo il più veloce movimento che un essere umano riesca a produrre e che non ha eguali tra gli altri primati. Lo rivela una nuova ricerca che ha utilizzato una sofisticata tecnica di cattura del movimento tridimensionale.
In generale, gli esseri umani non riescono ad avvicinarsi alle prestazioni atletiche degli altri primati. In una capacità tuttavia non hanno rivali: il lancio di oggetti, e più in particolare, di una palla da baseball. Se infatti i campioni di questo sport lanciano la palla fino a 160 chilometri all’ora, uno scimpanzé non riesce a superare i 35.
Al di là della curiosità, si tratta di una capacità che si è evoluta probabilmente già 2 milioni di anni fa con Homo erectus e che ha conferito a questa specie un notevole vantaggio evolutivo nella caccia.
Lo afferma un nuovo studio apparso sulla rivista “Nature” a firma di Neil Roach della George Washington University.
Mediante una tecnica di “cattura del movimento” (la stessa utilizzata per molti film di animazione o di fantasy rielaborati al computer), gli autori hanno ottenuto immagini tridimensionali del movimento di alcuni lanciatori di baseball, che mostrano il complesso movimento della spalla durante questo gesto atletico. La spalla, sottolineano i ricercatori, funziona più o meno come una fionda nei confronti della pietra, immagazzinando e poi rilasciando un’enorme quantità di energia.
“Quando un essere umano lancia un oggetto, estende il braccio all’indietro, in direzione opposta a quella del bersaglio”,  spiega Roach. “È durante questa fase che i tendini e i legamenti, allungandosi, immagazzinano energia elastica. Quando questa energia viene rilasciata, il braccio viene proiettato in avanti, consentendo il più veloce movimento che il corpo umano riesca a produrre”.
L’evoluzione di una simile capacità, che non si ritrova negli altri primati, è stata accompagnata da notevoli modificazioni anatomiche del torso, della spalla e del braccio, che hanno permesso questo immagazzinamento momentaneo di energia che deve aver avuto un profondo significato evolutivo per i nostri antenati. Gli autori ipotizzano che abbia avuto a che fare con la cattura delle prede.
“Riteniamo che questa capacità di lanciare abbia avuto un’enorme importanza per la caccia, permettendo ai nostri antenati di colpire le prede in modo efficace e sicuro”, sottolinea Roach. “Un maggior consumo di carne ha poi permesso lo sviluppo di un corpo e di un cervello più ampi e di espandersi in tutte le regioni del mondo”.

Fonte: Le Scienze.it, 27 gei 2013

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