Lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche che nel corso dell’età della pietra portarono la nostra specie a comportamenti caratteristici dell’essere umano moderno è strettamente connesso a improvvisi cambiamenti climatici. E’ questa la conclusione di una ricerca condotta da un gruppo di antropologi e paleoclimatologi dell’Università di Cardiff, del Natural History Museum di Londra e dell’Institució Catalana de Recerca i Estudis Avançats (ICREA) di Barcellona, che firmano un articolo pubblicato su “Nature Communications”.
L’identificazione dei fattori alla base dell’evoluzione culturale dei primi esseri umani moderni nel corso del mesolitico africano è ancora oggetto di discussione. Recenti scavi in siti archeologici del Sudafrica hanno documentato l’esistenza di diversi, improvvisi impulsi di grande progresso tecnologico, che riflettono l’emergere di comportamenti moderni di innovazione e dell’identità culturale dei vari gruppi, quali l’espressione simbolica attraverso pitture rupestri in ocra, strumenti in pietra e osso, monili fatti con conchiglie e giacigli approntati con materiali vegetali.
Grazie ai progressi nelle tecniche di datazione è stato possibile attribuire una data precisa a queste industrie, le cui due più importanti si collocano fra i 59.000 e i 64.000 anni fa (la più recente), e attorno ai 71.500 anni fa (la più antica).
La nuova ricerca di Martin Ziegler e colleghi è partita dall’osservazione che i grandi eventi di occupazione e fioritura dei sei più importanti siti archeologici del mesolitico sudafricano – Blombos Cave, Pinnacle Point, Klasies River, Howiesons Poort Shelter, Sibudu Cave e Border Cave – coincidono sempre con eventi freddi nel Nord Atlantico. I ricercatori si sono chiesti se a questi cambiamenti climatici nell’emisfero settentrionale ne corrispondessero altrettanti in quello meridionale.
Hanno quindi effettuato una serie di carotaggi nei sedimenti marini prospicienti la foce dei corsi d’acqua lungo cui si trovavano i sei insediamenti mesolitici, ricostruendo poi i paleoclimi della regione nelle diverse epoche sulla base dell’analisi isotopica della composizione dei sedimenti e dei resti di foraminiferi che contenevano.
In tal modo hanno potuto dimostrare che gli eventi di brusco raffreddamento nell’emisfero nord sono associati a importanti cambiamenti nella dinamica del clima tropicale. Questi cambiamenti, hanno causato prolungati periodi di siccità in gran parte dell’Afica, ma anche un clima più umido lungo le coste meridionali del continente, che ha permesso lo sviluppo di un ricco ecosistema costiero. Di conseguenza, mentre nelle regioni più a nord lo sviluppo demografico delle prime popolazioni umane ha incontrato un collo di bottiglia, nell’Africa meridionale si sono invece creare le condizioni per la fioritura delle popolazioni che vi avevano trovato rifugio.
Fonte: http://www.lescienze.it , 22 mag 2013