Grazie alla sua posizione strategica la piccola Cipro ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo delle civiltà mediterranee a partire dal IX millennio a.C. agendo come vero “melting pot” rispetto alle culture vicine e a sua volta influenzando lo sviluppo dei ruoli storici dell’Egeo e del Levante
Cipro è più piccola della Sicilia e della Sardegna e poco più grande di Creta, isole che furono anch’esse frequentate da vari gruppi etnici a partire da una fase antichissima della storia. I primi cacciatori stagionali di elefanti e ippopotami pigmei vi approdarono già nell’XI e all’inizio del X millennio a.C., mentre all’8500-8000 a.C. risale la fondazione dei primi insediamenti neolitici. Un incremento particolare della popolazione neolitica si registra a partire dalla seconda metà del VII millennio a.C.
Gli abitanti vivevano in case costituite da una o più strutture circolari con tetti a terrazza e seppellivano i morti in tombe a pozzetto all’esterno o all’interno delle stesse abitazioni, sotto il pavimento. Il defunto era deposto in posizione contratta, con le ginocchia piegate contro il petto, insieme a vasellame litico frantumato.
Le donne, in casa, producevano tessuti, strumenti e vasi litici, alcuni decorati a rilievo o con incisioni, insieme a idoli antropomorfi e zoomorfi. Gli uomini coltivavano la terra e cacciavano gli animali selvatici; probabilmente addomesticavano pecore, capre e maiali. L’alimentazione comprendeva latte, lenticchie e verdure.
Intorno al 5500 a.C. gli abitati neolitici di Cipro subirono una fase di abbandono, durata un migliaio di anni. Gli insediamenti che furono rioccupati alla fine di questo lungo periodo, come Khirokitia, così come quelli di nuova fondazione, si caratterizzano per l’introduzione di nuovi elementi culturali, come l’invenzione della ceramica. Questa seconda fase del Neolitico cipriota durò fino all’inizio del IV millennio a.C.
Autori: Vassos Karageorghis e Jacqueline Karageorghis
[…] Articolo su 14 pagine in Archeologia Viva n. 159-2013 mese: Maggio-Giugno 2013.