Mentre esplorava una grotta in una zona isolata della Penisola dello Yucatan, l’esploratore di National Geographic Don Slater si è imbattuto in un’incredibile scoperta: i Maya avrebbero usato la piattaforma all’interno della cavità come un osservatorio astronomico naturale.
In questo video girato in time-lapse dall’interno della grotta, si vede la piramide vicina, la più grande nella zona, in allineamento con il sorgere del sole in un giorno speciale che si verifica solo due volte l’anno: il passaggio allo zenit. La parte superiore della piramide è parzialmente crollata, quindi la vista non è esattamente quella che avevano i Maya.
“Quando i Maya costruirono la città, allinearono la piramide più grande con l’ingresso della grotta, in modo che dalla piattaforma all’interno si vedesse la città con il panorama dominato dalla piramide allineata con il sorgere del sole durante il passaggio allo zenit, un giorno molto importante nel calendario solare Maya”.
Una volta entrati nella grotta attraverso una gradinata, si riesce ancora a vedere ciò che videro i Maya. Il passaggio allo zenit – il momento in cui ai Tropici, due volte l’anno a mezzogiorno, il sole passa esattamente sopra la testa di chi osserva. Probabilmente serviva per regolare il calendario agricolo Maya.
Vista la particolare posizione della grotta, situata nel cuore dell’antico insediamento di Ikil, l’accesso regolare alla cavità, in particolare il giorno dello zenit, non sarebbe stato consentito a tutti.
“Penso fosse accessibile a poche persone: l’ingresso della grotta non è molto grande e si trova in una zona che veniva controllata dall’élite della città”.
“Per i Maya questa grotta era una sorta di chiesa, uno spazio sacro. Ma faceva anche un po’ paura, perché le divinità che abitavano queste grotte, secondo le loro credenze, non erano proprio benevole. Avvicinandosi a questi spazi si potevano disturbare le divinità, sconvolgere gli antenati. Si poteva mettere a rischio la propria vita andando in questi luoghi e non solo per via dell’altezza e degli spazi ristretti, ma anche a causa degli spiriti che vivevano nelle grotte”.
La grotta di Ikil con il suo osservatorio del passaggio allo zenit è solo una delle centinaia di grotte che Slater e il suo team hanno esplorato e studiato nello Yucatan. Si sono calati e addentrati in spazi ristretti, andando dove nessuno si era mai avventurato.
Lo scopo principale della ricerca di Slater, in parte finanziata da un fondo National Geographic / Waitt, è quello di determinare se il controllo delle grotte fosse una fonte di potere nelle antiche comunità Maya.
Secondo Slater, illuminare queste grotte permette alla sua squadra di vederle come nessun altro essere umano ha mai fatto prima.
“Chi ci entrava in passato al massimo poteva avere delle torce. Illuminare una grotta con una torcia produce certamente un effetto affascinante, con la luce tremolante, ma la luce è piuttosto fioca … invece quando entriamo noi e illuminiamo completamente la grotta, ci si rivelano tutti i dettagli e le caratteristiche: la possiamo osservare come nessun altro ha mai fatto prima”.
Fonte: http://www.nationalgeographic.it, 20 dic 2012