Porte aperte per il patrimonio archeologico negato: il Comune ha firmato un accordo con soprintendenza e ministero per consentire l’apertura dell’Anfiteatro Flavio e dei siti attualmente chiusi dello Stadio di Antonino Pio, del Tempio di Serapide e, in prospettiva, del percorso archeologico Rione Terra mentre l’Arco Felice Vecchio cade a pezzi e la sua targa illustrativa viene bersagliata da colpi di pistola, sparati forse da camorristi locali che si sono sfidati tra di loro.
L’impegno formale dell’amministrazione flegrea a riaprire i tesori sotto chiave è stato confermato dal sottosegretario di Stato ai Beni culturali, Roberto Cecchi, e ufficializzato ieri dal sindaco Vincenzo Figliolia nel workshop alla Borsa del turismo archeologico di Paestum.
«La soprintendenza di Napoli e Pompei ha rafforzato i contatti con la neoeletta amministrazione comunale di Pozzuoli, che a sua volta ha già preso opportuni contatti con il segretariato generale del Mibac per istituire un tavolo tecnico permanente – ha detto Cecchi in Aula, a nome del governo, rispondendo all’interrogazione parlamentare della senatrice Diana De Feo – per affrontare la questione di un rilancio socioeconomico dell’intera area flegrea, attraverso un progetto di ampio respiro culturale».
II Flavio (attualmente aperto solo di mattina) e i siti off-limits del Serapeo e di Antonino Pio torneranno visitabili grazie al «prestito» di dipendenti comunali, debitamente formati dalla soprintendenza. Spazio anche ai volontari delle associazioni. Dettagli da definire nei prossimi giorni.
«II Comune assume un concreto e diretto impegno per assicurare l’apertura al pubblico dei siti archeologici maggiori – ha detto Figliolia a Paestum – con il dovuto decoro anche dei siti minori. Collaborazione con la soprintendenza da rafforzare e da estendere anche al percorso archeologico del Rione Terra. Pozzuoli vuole riappropriarsi dei suoi reperti archeologici più significativi, come la statua del dio Serapide, esponendoli nel museo dell’acropoli».
Ma il patrimonio archeologico flegreo cade letteralmente a pezzi. Ennesimo allarme: da settimane l’Arco Felice Vecchio, monumento del I secolo d.C., è imbracato da reti protettive d’acciaio per la caduta continua di calcinacci e pezzi di opus latericium. Micro crolli continui, con i calcinacci che si sono depositati nelle reti protettive, mentre ignoti hanno usato la targa di presentazione del sito come bersaglio, forandola con 5 colpi di pistola. È stata una gara tra balordi armati o sono stati i piccioni del clan locale ad allenarsi al tiro al bersaglio sotto l’Arco romano? Esempio, in ogni caso, dell’ennesimo scempio e stamani il leader dei Verdi Angelo Bonelli con Francesco Borrelli terrà un sit-in di protesta dinanzi all’Anfiteatro.
Fonte: Il Mattino, 17 nov 2012