C’è tanto da scavare e tanto da scoprire alla Villa Romana del Casale. La nuova frontiera per gli archeologi è rappresentata dall’area sud del sito archeologico, dove stanno venendo alla luce altri pavimenti a mosaico, nuove terme ed un colonnato d’ingresso. Lo strato medievale, indagato nel corso delle prime campagne di scavo, ormai sembra lasciare il passo soprattutto a quello romano, coevo alla costruzione della dimora imperiale. Il lavoro degli archeologi dovrà ricucire gli attuali scavi verso l’ingresso originario monumentale del sito archeologico e la cosiddetta “pars fructuaria”, dove si trova un granaio che era a servizio della lussuosa villa.
“Tali scoperte sono da completare in futuro con un allargamento degli scavi in direzione della Villa Romana”, spiega il professor Patrizio Pensabene, docente di Archeologia classica nell’ateneo della capitale, alla guida da nove anni di altrettante campagne di scavo all’interno del sito Unesco. Più verranno svelati i nuovi tesori sepolti sotto due metri di terra e più diventerà attuale l’esigenza di proteggere le nuove scoperte dalle intemperie.
“Gli scavi e il nuovo mosaico scoperto continuano a porre difficili questioni di conservazione, per i quali occorrerà trovare fondi adeguati, ma consentono di guardare con fiducia alle prospettive di ricerca”, dice lo studioso.
Il professor Pensabene ha presentato i risultati dell’ultima attività scientifica nei giorni scorsi al convegno internazionale sulla Villa Romana che si è svolto a Palazzo Trigona.
“Nel giugno scorso la presenza di tre colonne monolitiche in marmo bigio venato, una delle quali crollata sopra la sua base, ci si è limitati a sistemare il saggio, in attesa di un ulteriore allargamento”, racconta Pensabene.
Nuove scoperte in quelle che vengono chiamate Terme Sud di età tardo antica, una zona riutilizzata in età islamica come quartiere artigianale, che era sorta a sud dei magazzini della Villa per affiancare le Terme Nord già note da tempo. Gli scavi hanno già chiarito come le nuove terme scoperte, grandi all’incirca come le quelle a nord, fossero costituite da un ampio vano rettangolare munito di vasca absidata, rivestita internamente di mosaico, e da un altro settore, in origine pavimentato a mosaico di cui si conserva solo un breve tratto, formato da due vani riscaldati mediante “suspensurae” e tubuli quadrati, più una vasca absidata sul lato sud, di dimensioni vicine a quelle dell’altra a nord. Qui è stata scoperta la scritta in mosaico “Triptona Bibas“, cioè “Treptona, che tu viva“, acclamazione rivolta ad una misteriosa donna di nome Treptona.
Autore: Roberto Palermo
Fonte: http://www.gds.it, 13 nov 2012