Secondo la vox populi, la morte di Alessandro Magno continua ad essere un mistero. In questo libro l’autore ha reinvestigato il problema delle cause della morte del grande sovrano Macedone, analizzando sia le fonti antiche sia la letteratura medico-scientifica recente. Il risultato è un esame con la lente d’ingrandimento degli ultimi giorni di Alessandro senza nulla concedere al sensazionalismo e alla tentazione di ricostruzioni fantasiose. Proprio il taglio rigorosamente scientifico del lavoro permette di dire che l’ipotesi proposta dall’autore riporta il problema della morte di Alessandro dalla mitologia all’ambito più corretto delle scienze storico-mediche.
Recensione:
«Maschio, 32 anni, originario dei Balcani, bisessuale, inesausto viaggiatore, gran bevitore, veterano di guerra, due precedenti ferite alla testa e una al torace, morto in 13 giorni in un accampamento militare a sud di Bagdad».
Segue il decorso della malattia, descritto analiticamente giorno per giorno. Di che cosa è morto quest’uomo? E’ la domanda che Ernesto Damiani, professore di fisiopatologia generale al Bo, ha posto per iscritto a 98 medici. Le maggioranza delle risposte ha confermato la sua diagnosi.
La morte è avvenuta per una malattia infettiva: o malaria terzana maligna o tifo addominale. Ma chi è il paziente? Non un militare americano, né un mercenario della guerra irachena. Il paziente (il cui nome era taciuto agli intervistati) è, o
meglio, era, Alessandro Magno.
La domanda rivolta da Damiani ai colleghi mirava, infatti, a fornire un’ulteriore conferma all’ipotesi che egli si era fatto circa il decesso del condottiero macedone – uno dei maggiori enigmi della storia della medicina – avvenuto nel 323 a.C. a Babilonia, di ritorno dalla grandiosa campagna militare che l’aveva portato fino in India. Damiani ha studiato a fondo tutte le fonti antiche, in particolare Plutarco e Arriano, si è letto tutta la letteratura medica e storica sull’argomento, almeno un centinaio di studi dal ‘700 a oggi, ha fatto ogni possibile confronto ed è giunto alla conclusione che, diversamente dall’opinione prevalente, Alessandro non fu avvelenato ma morì, appunto, di malaria o, più probabilmente, di tifo addominale.
Il risultato di questa sua geniale ricerca è contenuto in un libro appena stampato da Marsilio (La piccola morte di Alessandro il Grande. La fine di un eroe tra storia e mito, 166 pagine, 19 euro) che merita di essere letto dagli storici dell’antichità e soprattutto dai giovani medici, oggi abituati a fondare il processo diagnostico sulle analisi di laboratorio piuttosto che sull’anamnesi del malato e della sua patologia.
Autore: Gianpaolo Romanato
Fonte: Corriere della Sera, 10 ott 2012
Info:
Marsilio Editore – 166 pagine, 19 euro.