Sta tornando alla luce un’antichissima villa rustica di epoca romana. Nella cittadina collinare è iniziata, infatti, la seconda campagna di scavi archeologici che interessa l’area del vasto complesso residenzial-produttivo di epoca romana – la zona interessata è una zona agricola – già parzialmente indagato lo scorso anno in località Muris ricadente nel territorio comunale di Moruzzo, nei pressi della strada che da Moruzzo conduce a Colloredo di Monte Albano.
Le ricerche, rese possibili anche grazie all’interessamento della Regione, sono nate, su concessione del ministero per i beni e le attività culturali, da una stretta collaborazione tra l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Pirrò e la Società friulana di archeologia-onlus, società operante in zona attraverso la neonata sezione del Friuli Collinare; le ricerche, inoltre, hanno potuto contare sulla disponibilità del proprietario dell’area interessata, il signor Lerusso.
L’équipe archeologica che sta lavorando sul sito, coordinata dall’archeologo dottor Massimo Lavarone, può contare sulla partecipazione entusiasta di un nutrito gruppo di volontari e studenti dell’area collinare che hanno scelto di trascorrere parte delle loro vacanze fornendo il proprio contributo alla campagna di scavi.
Nell’area, tenuta a prato negli ultimi decenni, oggetto della ricerca, come si diceva, sta emergendo dunque una vasta serie di resti murari appartenenti a una cosiddetta “villa rustica” di epoca romana. In particolare gli scavi stanno riportando alla luce un’articolata struttura ad uso produttivo caratterizzata da vari ambienti, forse destinati a granai, depositi e stalle. Quadro tipico di una domus romana probabilmente risalente all’età augustea.
I materiali (tra cui resti di anfora e chiodi in ferro), laterizi e ceramiche, rinvenuti lo scorso anno, per ora, fanno collocare l’inizio dell’utilizzo dell’insediamento nelle prime fasi della romanizzazione del Friuli (I e II secolo dopo Cristo), a cui è seguita una fase critica durante il III sec. d.C., e fanno pensare che successivamente, a giudicare da scarsi ma significativi resti di ceramica importata dall’Africa settentrionale, l’insediamento sia sopravvissuto fino al tardo impero.
Al termine dei lavori, che si protrarranno ancora per tutto il mese di luglio, a cura dell’amministrazione comunale di Moruzzo sarà organizzata una visita guidata per accompagnare la popolazione alla scoperta di questo interessante sito.
L’obiettivo del Comune è quello di potenziare l’area, creando magari un sentiero archeologico che colleghi questo ad altri siti di particolare interesse del territorio.
Le ricerche, rese possibili anche grazie all’interessamento della Regione, sono nate, su concessione del ministero per i beni e le attività culturali, da una stretta collaborazione tra l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Pirrò e la Società friulana di archeologia-onlus, società operante in zona attraverso la neonata sezione del Friuli Collinare; le ricerche, inoltre, hanno potuto contare sulla disponibilità del proprietario dell’area interessata, il signor Lerusso.
L’équipe archeologica che sta lavorando sul sito, coordinata dall’archeologo dottor Massimo Lavarone, può contare sulla partecipazione entusiasta di un nutrito gruppo di volontari e studenti dell’area collinare che hanno scelto di trascorrere parte delle loro vacanze fornendo il proprio contributo alla campagna di scavi.
Nell’area, tenuta a prato negli ultimi decenni, oggetto della ricerca, come si diceva, sta emergendo dunque una vasta serie di resti murari appartenenti a una cosiddetta “villa rustica” di epoca romana. In particolare gli scavi stanno riportando alla luce un’articolata struttura ad uso produttivo caratterizzata da vari ambienti, forse destinati a granai, depositi e stalle. Quadro tipico di una domus romana probabilmente risalente all’età augustea.
I materiali (tra cui resti di anfora e chiodi in ferro), laterizi e ceramiche, rinvenuti lo scorso anno, per ora, fanno collocare l’inizio dell’utilizzo dell’insediamento nelle prime fasi della romanizzazione del Friuli (I e II secolo dopo Cristo), a cui è seguita una fase critica durante il III sec. d.C., e fanno pensare che successivamente, a giudicare da scarsi ma significativi resti di ceramica importata dall’Africa settentrionale, l’insediamento sia sopravvissuto fino al tardo impero.
Al termine dei lavori, che si protrarranno ancora per tutto il mese di luglio, a cura dell’amministrazione comunale di Moruzzo sarà organizzata una visita guidata per accompagnare la popolazione alla scoperta di questo interessante sito.
L’obiettivo del Comune è quello di potenziare l’area, creando magari un sentiero archeologico che colleghi questo ad altri siti di particolare interesse del territorio.
Fonte: Messaggero Veneto.it, 28/07/2012