Era costume bollare con scomuniche ed emarginazione chi praticava incantesimi o pratiche magiche, in buona compagnia con sodomiti, folli e con gli ‘scavalca montagne’ ossia gli attori girovaghi tacciati di espressioni demoniache.
Nell’Inghilterra di Edoardo VI gli spettacoli di illusionismo erano molto graditi al pubblico ma le autorità consideravano i guitti come malfattori e spesso li marchiavano a fuoco con una ‘V’, iniziale di ‘vagabond’.
Molto noti sono i processi documentati nei confronti di donne ritenute colpevoli di stregoneria sia nella Valle Argentina (Triora) che in Val Bormida (Spigno): “Esse si recarono più volte a trastullarsi e a tripudiare col diavolo in certi e prestabiliti luoghi ed ivi danzarono coi demoni, adorarono lo stesso diavolo e Satana e si prestarono, come confessano, ad altre azioni che sogliono svolgersi in tali circostanze. Inoltre cavalcarono diavoli trasformati in bestie caprine volanti nell’aria ed entrarono in casa di altri a porte e finestre chiuse, aperte però dal diavolo; si trasformarono pure in bestie e uccisero alcuni bambini…” (‘Donne, diavoli e streghe’ nella biblioteca di Padre Aprosio).
Alla fine del Seicento si scatenò in quelle zone una furibonda isterica caccia collettiva che costò tremende sofferenze alle donne sottoposte in modo sistematico alla tortura ed al rogo. Il ‘diverso’, in un periodo influenzato dalla superstizione e dal mistero, era visto come un pericolo e quindi circondato dal ghetto della paura e del rigetto. Gli abiti costituivano una netta suddivisione tra le varie classi sociali, quelle ‘normali’ e quelle emarginate, come le prostitute; nel 1215 gli ebrei furono obbligati a farsi riconoscere in pubblico con il panno giallo, riproposto con sciagurata puntualità nei secoli a venire. Scongiuri, sortilegi e pratiche magiche per evocare lo sconosciuto e mutare gli eventi naturali: stregoni e sciamani con le loro supposte capacità divinatorie hanno costituito fin dall’antichità un intrico di ritualità oscure, spesso intrecciate con il filone religioso.
Le profezie del medico ed astrologo francese Nostradamus (1503/1566) sono state analizzate e confrontate con gli avvenimenti postumi. L’occultista Cagliostro esercitò l’alchimia, il matematico Cardano mescolò medicina e filosofia con la magia, Bacone identificava negli idoli gli errori ed i pregiudizi che falsano la visione della realtà. Fate e streghe, maghi e gnomi, folletti e fattucchiere, fanno parte di riti profondamente radicati nei ceti sociali: il vaticinio o profezia; l’aruspicina, predizione mediante l’esame delle viscere della vittima; la cabala, interpretazione di lettere, numeri e figure; l’auspicio, rito dei Romani per conoscere l’esito delle imprese con l’esame del volo degli uccelli; l’iniziazione, per accogliere i neofiti in culti esoterici.
Nell’Inghilterra di Edoardo VI gli spettacoli di illusionismo erano molto graditi al pubblico ma le autorità consideravano i guitti come malfattori e spesso li marchiavano a fuoco con una ‘V’, iniziale di ‘vagabond’.
Molto noti sono i processi documentati nei confronti di donne ritenute colpevoli di stregoneria sia nella Valle Argentina (Triora) che in Val Bormida (Spigno): “Esse si recarono più volte a trastullarsi e a tripudiare col diavolo in certi e prestabiliti luoghi ed ivi danzarono coi demoni, adorarono lo stesso diavolo e Satana e si prestarono, come confessano, ad altre azioni che sogliono svolgersi in tali circostanze. Inoltre cavalcarono diavoli trasformati in bestie caprine volanti nell’aria ed entrarono in casa di altri a porte e finestre chiuse, aperte però dal diavolo; si trasformarono pure in bestie e uccisero alcuni bambini…” (‘Donne, diavoli e streghe’ nella biblioteca di Padre Aprosio).
Alla fine del Seicento si scatenò in quelle zone una furibonda isterica caccia collettiva che costò tremende sofferenze alle donne sottoposte in modo sistematico alla tortura ed al rogo. Il ‘diverso’, in un periodo influenzato dalla superstizione e dal mistero, era visto come un pericolo e quindi circondato dal ghetto della paura e del rigetto. Gli abiti costituivano una netta suddivisione tra le varie classi sociali, quelle ‘normali’ e quelle emarginate, come le prostitute; nel 1215 gli ebrei furono obbligati a farsi riconoscere in pubblico con il panno giallo, riproposto con sciagurata puntualità nei secoli a venire. Scongiuri, sortilegi e pratiche magiche per evocare lo sconosciuto e mutare gli eventi naturali: stregoni e sciamani con le loro supposte capacità divinatorie hanno costituito fin dall’antichità un intrico di ritualità oscure, spesso intrecciate con il filone religioso.
Le profezie del medico ed astrologo francese Nostradamus (1503/1566) sono state analizzate e confrontate con gli avvenimenti postumi. L’occultista Cagliostro esercitò l’alchimia, il matematico Cardano mescolò medicina e filosofia con la magia, Bacone identificava negli idoli gli errori ed i pregiudizi che falsano la visione della realtà. Fate e streghe, maghi e gnomi, folletti e fattucchiere, fanno parte di riti profondamente radicati nei ceti sociali: il vaticinio o profezia; l’aruspicina, predizione mediante l’esame delle viscere della vittima; la cabala, interpretazione di lettere, numeri e figure; l’auspicio, rito dei Romani per conoscere l’esito delle imprese con l’esame del volo degli uccelli; l’iniziazione, per accogliere i neofiti in culti esoterici.
Autore: giuliano.confalonieri@alice.it