A poco meno di un mese dall’annuncio della ripresa degli Scavi al Foro della pace, ecco la foto dell’effige di Settimio Severo, un unicum storico-artistico, mai mostrato prima, proveniente dall’area tra il Colosseo e la Basilica di Massenzio, nel complesso del Tempio della Pace, zona in procinto di essere nuovamente esplorata.
La storia della statuina d’avorio dell’imperatore Settimio Severo è cominciata nell’autunno del 2005, con il ritrovamento durante la prima, lunga campagna di scavi (1998- 2006) da parte dell’archeologa Stefania Fogagnolo, responsabile del gruppo di lavoro, sotto la direzione scientifica di Claudio Mocchegiani Carpano.
La storia della statuina d’avorio dell’imperatore Settimio Severo è cominciata nell’autunno del 2005, con il ritrovamento durante la prima, lunga campagna di scavi (1998- 2006) da parte dell’archeologa Stefania Fogagnolo, responsabile del gruppo di lavoro, sotto la direzione scientifica di Claudio Mocchegiani Carpano.
“Non esiste nulla di simile tra i manufatti in avorio conservati”, commentò al momento della scoperta l’archeologa. “L’avorio si limita in genere a elementi decorativi di letti funerari del I e del II secolo d. C., a placchette, a piccoli distici tra IV e VI secolo”.
Questa statuetta, alta circa 25 cm, ha alle spalle una traccia d’incasso come per un decoro e mostra un imperatore ripreso alla maniera dei filosofi greci, con il braccio alzato e non nella posa del condottiero. Il restauro è durato a lungo, e con il restauro è stata avanzata l’attribuzione iconografica anche in base allo stato di conservazione dell’avorio, materiale biologico facilmente degradabile. Nel 2009 si cominciò a pensare di esporre la statuetta nella mostra sui Flavi inaugurata nelle tre sedi dei Fori Imperiali.
Un contesto non completamente pertinente: è vero infatti che il ritrovamento avvenne nel foro inaugurato da Vespasiano nel 75 d. C., ma questo, fu totalmente ristrutturato da Settimio Severo – imperatore tra il 193 e il 211 d. C. – dopo l’incendio che interessò l’area nel 192 d. C.. Proprio alla nuova decorazione voluta da Settimio Severo, autore di testi apprezzati nell’antichità, sarebbe attinente questo ritratto, collocato probabilmente all’interno della Bibliotheca Pacis, una delle strutture incluse nell’area del Templum.
Da anni ormai la statuetta giace, mai vista, nei magazzini del Museo di Palazzo Massimo, in attesa, pare, di una costosissima teca climatizzata per l’esposizione nella sala di un altro eccezionale reperto, il cosiddetto “Volto d’avorio”. Ostaggio come tanti capolavori dei tagli subiti dai Beni Culturali.
Fonte: www.roma.repubblica.it, 23-06-2012