La Soprintendenza per i beni archeologici (sotto l’egida del Ministero per i beni e le attività culturali), l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, l’Associazione savonese di Storia Patria, L’Associazione Amici di Peagna-Ceriale e altri Enti, si occupano di continuare e proteggere le tradizioni.
La Liguria contiene opposti estremi: dall’archeologia, importante perché è uno dei primi territori abitati dall’uomo, alla recente cementificazione che ha prodotto danni ambientali notevoli. Quando il visitatore si aggira curioso nei vecchi borghi di Liguria, non può non rimanere soggiogato dal calore delle case ravvicinate, delle chiese odorose di cera fusa, dei cortili che contengono il sentore delle parole tra vicini, dei luoghi delegati del potere politico e giudiziario. In questi spazi si sono succeduti secoli di storia minore e tuttora sembrano custodire e offrire al passante le memorie degli amori, delle ambizioni, delle sofferenze, degli intrighi e degli ideali dei nostri antenati. In tanti paesi arroccati è rimasto l’alone di comunità unite da tradizioni radicate, in contrasto con gli anonimi rapporti di oggi contraddistinti da un futuro senza ricordi, dove manca il senso della cellula familiare, del vicinato e del patriarcato, essenziali punti di riferimento nel bene e nel male per sopravvivere alle angosce esistenziali.
I minuscoli cimiteri ottocenteschi sono la traccia di queste vite e visitarli è un’esperienza che lascia il segno. Silenzio e pudore, malinconico sentore: “e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?” (Ugo Foscolo). Ogni nome scolpito potrebbe raccontare una storia e riandare così agli albori del mondo.
La consapevolezza del ricordo ricupera retaggi mai troppo lontani per non riuscire a collegarli con il presente: perderli significa rendere fragile la base culturale sulla quale poggia l’epoca moderna, disancorare ogni certezza e quindi fare andare alla deriva per sempre l’arca di Noè che ci ospita. Le lapidi cimiteriali ed i monumenti ai caduti in guerra sono il gesto pietoso di chi è rimasto in simbiosi con la considerazione di E.L. Masters nel libro ‘Antologia di Spoon River’: “Dove sono? Tutti, tutti dormono, dormono sulla collina”.
Con alle spalle millenni di storia, una sola zolla di terra potrebbe raccontare la vita di coloro che sono passati con il fardello delle gioie e dei dolori che accompagnano ogni essere umano. Piccole grandi vicende che inevitabilmente hanno interagito come le onde concentriche di uno stagno nel quale sia stato gettato un sassolino: verso i quattro punti cardinali si formano infinite concatenazioni e ogni anello influenza il successivo fino a modificare qualcosa agli antipodi.
Cavalieri in armi, vergini donzelle e matrone spossate dalle maternità, mani callose e piedi nudi di villani, storpi e giovani amanti, servi e padroni: il destino marchia le sue creature fino all’eterno riposo.
Quando piove, le gocce disegnano i profili di migliaia di figure immobili e migliaia di mani si toccano mescolandosi alla gente d’oggi per ricordare che anche loro hanno vissuto. Il mormorio che sale da questa folla dice con Masters: “…l’immortalità non è un dono, l’immortalità è una conquista e solo coloro che lottano strenuamente la possederanno”.
Le ispezioni sui siti archeologici hanno fornito notevoli testimonianze di antichi insediamenti umani. La Liguria è un richiamo importante, sia con riferimento alle stratificazioni contenenti tracce della nostra razza nei periodi preistorici sia per i reperti più recenti, vicini alla storia dettagliata e documentata: dai Balzi Rossi a Luni, l’arco della regione è interessato da una serie di ritrovamenti grazie al lavoro degli studiosi.
La Liguria contiene opposti estremi: dall’archeologia, importante perché è uno dei primi territori abitati dall’uomo, alla recente cementificazione che ha prodotto danni ambientali notevoli. Quando il visitatore si aggira curioso nei vecchi borghi di Liguria, non può non rimanere soggiogato dal calore delle case ravvicinate, delle chiese odorose di cera fusa, dei cortili che contengono il sentore delle parole tra vicini, dei luoghi delegati del potere politico e giudiziario. In questi spazi si sono succeduti secoli di storia minore e tuttora sembrano custodire e offrire al passante le memorie degli amori, delle ambizioni, delle sofferenze, degli intrighi e degli ideali dei nostri antenati. In tanti paesi arroccati è rimasto l’alone di comunità unite da tradizioni radicate, in contrasto con gli anonimi rapporti di oggi contraddistinti da un futuro senza ricordi, dove manca il senso della cellula familiare, del vicinato e del patriarcato, essenziali punti di riferimento nel bene e nel male per sopravvivere alle angosce esistenziali.
I minuscoli cimiteri ottocenteschi sono la traccia di queste vite e visitarli è un’esperienza che lascia il segno. Silenzio e pudore, malinconico sentore: “e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?” (Ugo Foscolo). Ogni nome scolpito potrebbe raccontare una storia e riandare così agli albori del mondo.
La consapevolezza del ricordo ricupera retaggi mai troppo lontani per non riuscire a collegarli con il presente: perderli significa rendere fragile la base culturale sulla quale poggia l’epoca moderna, disancorare ogni certezza e quindi fare andare alla deriva per sempre l’arca di Noè che ci ospita. Le lapidi cimiteriali ed i monumenti ai caduti in guerra sono il gesto pietoso di chi è rimasto in simbiosi con la considerazione di E.L. Masters nel libro ‘Antologia di Spoon River’: “Dove sono? Tutti, tutti dormono, dormono sulla collina”.
Con alle spalle millenni di storia, una sola zolla di terra potrebbe raccontare la vita di coloro che sono passati con il fardello delle gioie e dei dolori che accompagnano ogni essere umano. Piccole grandi vicende che inevitabilmente hanno interagito come le onde concentriche di uno stagno nel quale sia stato gettato un sassolino: verso i quattro punti cardinali si formano infinite concatenazioni e ogni anello influenza il successivo fino a modificare qualcosa agli antipodi.
Cavalieri in armi, vergini donzelle e matrone spossate dalle maternità, mani callose e piedi nudi di villani, storpi e giovani amanti, servi e padroni: il destino marchia le sue creature fino all’eterno riposo.
Quando piove, le gocce disegnano i profili di migliaia di figure immobili e migliaia di mani si toccano mescolandosi alla gente d’oggi per ricordare che anche loro hanno vissuto. Il mormorio che sale da questa folla dice con Masters: “…l’immortalità non è un dono, l’immortalità è una conquista e solo coloro che lottano strenuamente la possederanno”.
Le ispezioni sui siti archeologici hanno fornito notevoli testimonianze di antichi insediamenti umani. La Liguria è un richiamo importante, sia con riferimento alle stratificazioni contenenti tracce della nostra razza nei periodi preistorici sia per i reperti più recenti, vicini alla storia dettagliata e documentata: dai Balzi Rossi a Luni, l’arco della regione è interessato da una serie di ritrovamenti grazie al lavoro degli studiosi.
Autore:
Giuliano Confalonieri, giuliano.confalonieri@alice.it