Il Progetto “Musei Senza Frontiere – Rete internazionale dei Peacebuilding Museums” nasce nel 2007 in Etiopia con la creazione del Museo Etnografico Oromo nella città di Kofale, il primo dei “Peace Building Museums”.
“Musei senza Frontiere” è, una rete internazionale di musei e centri culturali realizzati e inseriti in una rete partenariale internazionale di istituzioni italiane, europee, africane. La rete funge da base e supporto per le ricerche da parte di professionisti ed esperti del settore, ricerche che, a sua volta, arrichiscono la rete di contenuti e offerta formativa per i beneficiari diretti: i popoli nelle cui aree sono costruiti i musei.
I musei del progetto “Musei senza Frontiere” sono pensati con valore simbolico di “ponti” tra culture e identità, sono dei living bridges, ponti vivi, strumenti concreti di costruzione della pace nelle aree interessate.
Un museo per riappropriarsi dall’interno della propria cultura e al contempo un museo per proiettarsi verso il mondo esterno, ad incontrare culture altre, altri popoli su un livello di partirà. Un museo costruito in collaborazione con la popolazione del luogo. Un corpo vivo perché partecipato dalla comunità locale, in continua evoluzione così come è in continua evoluzione la cultura. Uno strumento di costruzione della pace.
I Musei del progetto sono costruiti nelle aree in cui questo tipo di intervento è estremamente importante. Sono zone di tensioni etniche, religiose e generazionali. Alcuni dei popoli beneficiari del progetto sono popoli indigeni, la cui cultura è in pericolo di scomparsa. All’interno del museo viene valorizzato il patrimonio culturale materiale ed immateriale dei popoli, vengono eseguiti corsi di formazione per gli operatori e gli abitanti delle aree circostanti, vengono promosse attività di dialogo.
Oltre al Museo Etnografico Oromo, già costruito nella città di Kofale, Stato Federale Oromya, Etiopia meridionale, attualmente è prevista la realizzazione di ulteriori 4 musei:
Museo Etnografico Irob – Stato Federale del Tigray, Etiopia
Museo Etnografico Kunama – Stato Federale del Tigray, Etiopia
Museo Etnografico Suri – Stato Federale “Southern Nations,Nationalities and Peoples”, Etiopia
Museo Etnografico Somalo – Stato Somalo del Puntland, Somalia
Fa parte del progetto “Musei senza Frontiere” anche il Centro culturale oromo realizzato su invito delle autorità locali, l’unico centro culturale esistente nell’area a completa gestione locale, con aule computer e una biblioteca pubblica.
Esso si inserisce nelle nostre attività di promozione della pace in questa delicata area di frontiera tra il mondo islamico e quello cristiano perché vede coinvolti in un’operazione di dialogo e collaborazione i capi politici religiosi locali.
Nel centro vengono promosse attività di ricerca e di studio chiamate “Italia – Africa Orientale” sui rapporti storici esistenti tra Italia ed il popolo Oromo, volti ad un approfondimento storico e al recupero dei ricordi del passato in un contesto che, pur condannando la colonizzazione, si propone di affrontarla con oggettività storica.
Partendo dal profondo rapporto che lega la regione Marche (dove l’associazione è nata), all’Oriente attraverso la figura di Matteo Ricci e seguendo le orme del grande esploratore maceratese Giuseppe Tucci, sulla scia del centro culturale oromo è stato creato “Italia – Nepal Relationship development centre”. Il centro , avente sede nella città di Katmandu è volto alla promozione delle relazioni tra i due paesi. Per fare questo vien fatto riferimento ai grandi studiosi italiani delle culture nepalesi. Il centro è anche un campo base, un punto di appoggio e di partenza di ricerche etnoantropologiche.
“Musei senza Frontiere” è, una rete internazionale di musei e centri culturali realizzati e inseriti in una rete partenariale internazionale di istituzioni italiane, europee, africane. La rete funge da base e supporto per le ricerche da parte di professionisti ed esperti del settore, ricerche che, a sua volta, arrichiscono la rete di contenuti e offerta formativa per i beneficiari diretti: i popoli nelle cui aree sono costruiti i musei.
I musei del progetto “Musei senza Frontiere” sono pensati con valore simbolico di “ponti” tra culture e identità, sono dei living bridges, ponti vivi, strumenti concreti di costruzione della pace nelle aree interessate.
Un museo per riappropriarsi dall’interno della propria cultura e al contempo un museo per proiettarsi verso il mondo esterno, ad incontrare culture altre, altri popoli su un livello di partirà. Un museo costruito in collaborazione con la popolazione del luogo. Un corpo vivo perché partecipato dalla comunità locale, in continua evoluzione così come è in continua evoluzione la cultura. Uno strumento di costruzione della pace.
I Musei del progetto sono costruiti nelle aree in cui questo tipo di intervento è estremamente importante. Sono zone di tensioni etniche, religiose e generazionali. Alcuni dei popoli beneficiari del progetto sono popoli indigeni, la cui cultura è in pericolo di scomparsa. All’interno del museo viene valorizzato il patrimonio culturale materiale ed immateriale dei popoli, vengono eseguiti corsi di formazione per gli operatori e gli abitanti delle aree circostanti, vengono promosse attività di dialogo.
Oltre al Museo Etnografico Oromo, già costruito nella città di Kofale, Stato Federale Oromya, Etiopia meridionale, attualmente è prevista la realizzazione di ulteriori 4 musei:
Museo Etnografico Irob – Stato Federale del Tigray, Etiopia
Museo Etnografico Kunama – Stato Federale del Tigray, Etiopia
Museo Etnografico Suri – Stato Federale “Southern Nations,Nationalities and Peoples”, Etiopia
Museo Etnografico Somalo – Stato Somalo del Puntland, Somalia
Fa parte del progetto “Musei senza Frontiere” anche il Centro culturale oromo realizzato su invito delle autorità locali, l’unico centro culturale esistente nell’area a completa gestione locale, con aule computer e una biblioteca pubblica.
Esso si inserisce nelle nostre attività di promozione della pace in questa delicata area di frontiera tra il mondo islamico e quello cristiano perché vede coinvolti in un’operazione di dialogo e collaborazione i capi politici religiosi locali.
Nel centro vengono promosse attività di ricerca e di studio chiamate “Italia – Africa Orientale” sui rapporti storici esistenti tra Italia ed il popolo Oromo, volti ad un approfondimento storico e al recupero dei ricordi del passato in un contesto che, pur condannando la colonizzazione, si propone di affrontarla con oggettività storica.
Partendo dal profondo rapporto che lega la regione Marche (dove l’associazione è nata), all’Oriente attraverso la figura di Matteo Ricci e seguendo le orme del grande esploratore maceratese Giuseppe Tucci, sulla scia del centro culturale oromo è stato creato “Italia – Nepal Relationship development centre”. Il centro , avente sede nella città di Katmandu è volto alla promozione delle relazioni tra i due paesi. Per fare questo vien fatto riferimento ai grandi studiosi italiani delle culture nepalesi. Il centro è anche un campo base, un punto di appoggio e di partenza di ricerche etnoantropologiche.
Autore: Caterina Pisu