Sono destinate sicuramente a diventare il contrassegno di questa ultima, eccezionale campagna di scavo a Cividale: sono sei piccole croci d’oro che riassumono in un simbolo cristiano immagini ereditate dal mondo pagano, oggetti unici nel loro genere che sintetizzano perfettamente la fase di transizione dal mondo classico alle nuove realtà del primo Medioevo.
Ma tanti altri sono gli oggetti trovati nelle 81 sepolture, sia maschili che femminili, venute alla luce grazie al lavoro non facile degli archeologi: numerosi gioielli in oro e argento, alcuni in pietra dura, sia di tipologia tipicamente longobarda che di matrice bizantina, numerose armi tradizionali, alcune con tracce di fodero in cuoio con decorazioni in bronzo.
Una vasta necropoli, quella detta “della Ferrovia” perché situata, presumibilmente, tra la vecchia e la nuova stazione ferroviaria, con una stima di circa cinquecento sepolture: una parte consistente è stata già messa in luce grazie al lavoro serrato svolto dagli archeologi della ditta Arχé, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza.
Resteranno da scavare, in futuro, ancora centinaia di tombe.
Importanti i risultati di questa prima campagna di scavo: le 81 sepolture, tutte con corredo funebre, hanno consentito di disegnare la mappa di una necropoli composita, costituita da esponenti dell’aristocrazia longobarda e da persone, servi o subalterni, gravitanti attorno ad essi, individuati per l’assenza di corredo e perché sepolti in tombe adiacenti a quelle del gruppo familiare di appartenenza.
Anche l’arco temporale è ampio: si va dalle sepolture più antiche, due delle quali, con tracce della cosiddetta casa funeraria in legno, si datano già all’ultimo terzo del VI secolo ed appartengono alla prima generazione di immigrati in Italia, alle più recenti, probabilmente quelle con cassa in muratura che, ad una prima analisi, possono essere riferite all’avanzato VII secolo.
Tra gli oggetti raccolti, quelli più importanti saranno esposti in mostra durante la XIV Settimana della Cultura, presso il Museo Archeologico di Cividale, dove il giorno 17 aprile verranno illustrati i primi risultati degli scavi.
Per ora la Soprintendenza sta valutando i costi per il restauro di tutti i reperti, in particolare per quelli in ferro, che deve essere avviato quanto prima per evitare il degrado e sta preparando un progetto di studio ed espositivo, anche nell’ambito delle attività di rete del sito “Italia Langobardorum”
In prospettiva l’intento, in accordo con il Comune di Cividale, è quello di garantire la tutela della zona, prevedendo l’indagine sistematica e la valorizzazione di alcuni settori dell’importante necropoli.
Ma tanti altri sono gli oggetti trovati nelle 81 sepolture, sia maschili che femminili, venute alla luce grazie al lavoro non facile degli archeologi: numerosi gioielli in oro e argento, alcuni in pietra dura, sia di tipologia tipicamente longobarda che di matrice bizantina, numerose armi tradizionali, alcune con tracce di fodero in cuoio con decorazioni in bronzo.
Una vasta necropoli, quella detta “della Ferrovia” perché situata, presumibilmente, tra la vecchia e la nuova stazione ferroviaria, con una stima di circa cinquecento sepolture: una parte consistente è stata già messa in luce grazie al lavoro serrato svolto dagli archeologi della ditta Arχé, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza.
Resteranno da scavare, in futuro, ancora centinaia di tombe.
Importanti i risultati di questa prima campagna di scavo: le 81 sepolture, tutte con corredo funebre, hanno consentito di disegnare la mappa di una necropoli composita, costituita da esponenti dell’aristocrazia longobarda e da persone, servi o subalterni, gravitanti attorno ad essi, individuati per l’assenza di corredo e perché sepolti in tombe adiacenti a quelle del gruppo familiare di appartenenza.
Anche l’arco temporale è ampio: si va dalle sepolture più antiche, due delle quali, con tracce della cosiddetta casa funeraria in legno, si datano già all’ultimo terzo del VI secolo ed appartengono alla prima generazione di immigrati in Italia, alle più recenti, probabilmente quelle con cassa in muratura che, ad una prima analisi, possono essere riferite all’avanzato VII secolo.
Tra gli oggetti raccolti, quelli più importanti saranno esposti in mostra durante la XIV Settimana della Cultura, presso il Museo Archeologico di Cividale, dove il giorno 17 aprile verranno illustrati i primi risultati degli scavi.
Per ora la Soprintendenza sta valutando i costi per il restauro di tutti i reperti, in particolare per quelli in ferro, che deve essere avviato quanto prima per evitare il degrado e sta preparando un progetto di studio ed espositivo, anche nell’ambito delle attività di rete del sito “Italia Langobardorum”
In prospettiva l’intento, in accordo con il Comune di Cividale, è quello di garantire la tutela della zona, prevedendo l’indagine sistematica e la valorizzazione di alcuni settori dell’importante necropoli.
Info:
Ufficio Stampa e Comunicazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia – Viale Miramare 9 – Trieste – e-mail: carmelina.rubino@beniculturali.it – Tel 040-4261442