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TITANIC: 14 aprile 1912 – 14 aprile 2012

Due date raccontano la storia del transatlantico ‘TITANIC’, affondato durante il viaggio inaugurale trascinando negli abissi oltre 1500 persone degli oltre 2000 imbarcati.
L’inaffondabile grande e lussuosa nave ritorna alla luce in ogni occasione, in questo caso per il centenario. Il 1° settembre 1985 indica invece il giorno del ritrovamento del relitto a quasi 4.000 metri di profondità grazie agli sforzi compiuti per un decennio dall’equipe guidata da Robert Ballard.
Partito da Southampton, quando già aveva percorso il maggior numero di miglia per attraccare al molo di New York, il Titanic incontrò l’immenso iceberg che lo avrebbe distrutto nella notte tra il 14 e il 15 aprile, un destino tragico e triste per una nave destinata ad avere una lunga vita. A bordo – nettamente divisi – i ricchi passeggeri di prima classe e gli emigranti della terza classe speranzosi nel ‘nuovo mondo’. 270 metri di lunghezza, una stazza di 46.000 ton., pretendeva un duro lavoro da parte del personale, soprattutto dai fuochisti addetti alle trenta voraci caldaie (730 ton. di carbone al giorno) con paghe misere.
Per commemorare il luttuoso evento il quotidiano ‘La Stampa’ con le Edizioni del Capricorno hanno pubblicato il libro ‘Titanic, tutta la storia, fatti, personaggi, misteri’ di Francesco Ambrosini così come nel 1987 l’Editoriale Mondadori stampò ‘Storia e immagini dell’esplorazione della mitica nave’ ovvero ‘Il ritrovamento del Titanic’ dello stesso Ballard.
Il transatlantico faceva parte di un progetto che prevedeva le navi gemelle Olympic e Britannic per collegare settimanalmente le due sponde dell’Atlantico. Come le moderne navi da crociera, aveva palestra, bagno turco, ascensori per la prima e la seconda classe. La chiglia con doppio fondo e lo scafo con 16 settori stagni avrebbero dovuto – in caso di sinistro – contenere i danni. Il notevole lusso preannunciava il moderno businnes delle crociere che percorrono le rotte di tutti i mari del mondo con un incremento annuale delle prenotazioni: la reception era decorata in stile Seicento inglese, il ristorante poteva ospitare 500 persone.
Insomma il Titanic era all’avanguardia sia nella parte alberghiera sia in quella tecnica, eppure l’errore umano lo avrebbe portato a morire come la modernissima Costa Concordia: infatti il comandante era stato avvertito della presenza in zona di alcuni iceberg ma – esperto lupo di mare – ritenne che l’avvistamento diretto gli avrebbe consentito di cambiare immediatamente direzione. Mantenne la velocità massima anche se aumentò l’allerta delle vedette sulla coffa. L’eccesso di sicurezza e la mancanza di binocoli dimenticati a terra, furono fatali: l’enorme scafo strisciò contro la base dell’iceberg senza un significativo segnale di pericolo a bordo. Però il ghiaccio sui ponti e l’improvviso rallentamento della velocità incrementò il panico in una situazione precaria.
Il segnale di ‘abbandono nave’ ed il conseguente carico nelle scialuppe di salvataggio, spesso riempite soltanto a metà per la confusione ed il timore del buio che incombeva, crearono ulteriori danni.
I progettisti avevano previsto un numero di lance che avrebbero potuto trasportare, in condizioni normali, solamente una parte della gente: appena un’ora dopo l’impatto la nave si stava già appruando e avrebbe portato con sé in 150 minuti di terrore i sogni di molti.
S.O.S. S.O.S. S.O.S. sembravano grida di dèi sperduti nella nebbia e nell’acqua gelida (- 2°), invece erano i marconisti che fino all’ultimo chiamarono in soccorso i colleghi delle navi raggiungibili.
La vicenda venne impachettata in romanzi e film, l’ultimo dei quali esce in occasione del centenario in versione 3D usando il grande successo del kolossal di Cameron del 1997 (11 Premi Oscar). Oggigiorno i cantieri di Belfast ospitano il Titanic Signature Building, il monumentale Museo di sei piani a forma di stella stilizzata come quattro prue di navi e ancora Ballard insiste perché il relitto diventi il museo sottomarino più grande del mondo.

Autore: Giuliano Confalonieri, giuliano.confalonieri@alice.it

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