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TOLMEZZO (Ud). Trovate tracce di mura longobarde.

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Sono state portate alla luce le fondazioni delle vecchie mura che cingevano il castello di Tolmezzo. Non si tratta, come si era creduto in un primo momento, di uno dei tanti terrazzamenti emersi nell’area di Prà Castello, ma delle basi su cui poggiavano gli antichi muraglioni. Una scoperta che potrebbe contribuire a determinare, in maniera certa, la datazione della forticazione del capoluogo carnico, che risalirebbe all’ottavo secolo dopo Cristo. Ne è convinto il presidente del Circolo Gortani, Antonio Martini, grande conoscitore della storia locale e appassionato delle vicende tolmezzine.
«Queste mura – afferma Martini – potrebbero risalire alla tarda età longobarda e credo che il corpo centrale del castello di Tolmezzo possa essere stato il nucleo di un’arimmania longobarda».
L’area di Prà Castello quindi, nel caso in cui le affermazioni di Martini fossero confermate, sarebbe stata occupata, attorno all’ottavo secolo, dai cosiddetti “uomini liberi” longobardi, che vi avrebbero edificato un centro fortificato, fulcro di un sistema difensivo più articolato.
«A sostegno di questa ipotesi – aggiunge Martini – c’è la scoperta delle tombe paleoslave o longobarde ad un centinaio di metri di distanza. Dovranno comunque essere gli storici, adesso, a confermare la data di edificazione del castello di Tolmezzo».
A detta di Martini, la costruzione di tale fortificazione, potrebbe essere avvenuta in due momenti distinti: la prima nell’ottavo secolo dopo Cristo, la seconda attorno all’anno mille.
«Non esistono documenti che stabiliscano la data di edificazione del castello – precisa Martini –. Di certo però non fu realizzato dai Patriarchi, come si credeva finora. Anche loro infatti non sapevano se classificarlo come “castello” o come “fortezza”. Certo è – prosegue – che dalla sua edificazione sono trascorsi più di mille anni, tra terremoti e manipolazioni di vario genere. La fine sicura di questa fortificazione risale al 1511 e una parte delle sue pietre furono sottratte nel ‘700 e utilizzate per costruire alcuni dei terrazzamenti del centro di Tolmezzo ed una parte del duomo».
Martini ora spera che la Regione e la Soprintendenza possano reperire nuove risorse per completare gli scavi e far tornare alla luce l’intero complesso castellano.
«Va detto che già adesso, con gli ultimi interventi fatti grazie a Regione e Comune, si ha la visione esatta di com’era il castello in origine. Se le mie considerazioni di riveleranno esatte – conclude – cambierà la storia medioevale della conca tolmezzina».

Autore
: Alessandro Cesare.

Fonte
: Il Messaggero Veneto.it, 24 novembre 2011
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